Si lo so, è un titolo assai curioso questo.. ma lo capirete se leggerete fino in fondo il mio articolo…
Ormai basta andare in pizzeria e notiamo bambini piccoli, che ancora non sanno parlare e camminare, che guardano video sullo smartphone dei genitori; nelle case ci sono fratelli che discutono per chi ha la precedenza a gareggiare con l’ultimo gioco della playstation; adolescenti che fanno a gara per scaricare l’ultima app da internet…
Tutti questi passatempi e giochi sono passivi: danno ai bambini e ai ragazzi già delle istruzioni sul come si vince, su come accumulare punti, su come sconfigge l’avversario.. Non sono i bambini i veri protagonisti, non tirano fuori le loro emozioni e la loro fantasia, non hanno modo di stimolare la loro creatività perché non creano loro il gioco, ma lo subiscono.
L’uso sempre più massiccio della tecnologia ha tolto molte cose ai ragazzi, e prima tra tutte, proprio la loro fantasia e creatività. Esse, invece, sono essenziali per il corretto sviluppo psichico del bambino, per il suo sviluppo cognitivo ed emotivo. Attraverso il gioco i bambini esprimono loro stessi, i loro desideri e le loro paure; mettono in atto, sotto un’altra forma, gli episodi che hanno vissuto nell’arco della giornata. Non a caso, l’osservazione di quali giochi adopera il bambino e di come li usa, viene impiegata dagli psicologi per capire se egli sta attraversando un periodo problematico o se soffra di qualche disturbo in particolare.
Ma questo può avvenire solo se i bambini si comportano come tali, e cioè se ritornano a colorare, scarabocchiare, modellare pupazzetti con il pongo, costruire case e macchinine con i mattoncini colorati, disegnare faccine sui sassolini e formare una famiglia di sassi…
E’ vero, non si può tornare indietro, ormai i giochi tecnologici hanno preso il sopravvento; i ragazzi sono abituati ad avere tutto e subito, ma se i genitori e le insegnanti della scuola d’infanzia riusciranno a far amare di nuovo ai bambini la semplicità e riusciranno a far capire loro la bellezza di costruire e improvvisare una situazione di gioco, forse non tutto sarà perduto…
Io e mia sorella abbiamo avuto la fortuna di vivere la nostra infanzia qualche decennio fa, quando ancora nello zainetto dell’asilo non avevamo l’ultimo modello di cellulare ma il nostro peluche preferito; quando all’ora di pranzo non stavamo ognuno con la testa china sui tablet ma si mangiava e si parlava tutti insieme; quando, nonostante i nostri genitori non ci hanno fatto mancare mai nulla, giocattoli compresi, noi due preferivamo giocare con la nostra fantasia..
Si, ne avevamo tanta io e mia sorella; anche se lei è più grande di me di quasi sette anni, non l’abbiamo mai sentita questa differenza. Noi, che trasformavamo con la nostra creatività oggetti comuni in altri impensabili.. Come quando, a turno la mia o la sua cameretta, si trasformava in un negozio di formaggi che erano per noi due le bottiglie vuote di profumo di mia madre o della mia nonna materna (ecco qui spiegato il titolo del mio articolo!!). Chiedevamo a loro di non buttare le bottiglie perché noi le avremmo usate in un altro modo; quelle con una forma triangolare li facevamo diventare pezzi di parmigiano, quelle un po più “bombate” delle mozzarelle, e così via.. E a turno una di noi impersonava la cliente e un’altra la commessa del negozio..
E questo è solo un esempio di come ci divertivamo a creare noi la situazione di gioco e di quanto abbiamo usato la nostra fantasia; ma su questo potrei scrivere un altro articolo!!
Spero di non avervi annoiato, ma, al contrario, di aver suscitato in voi il desiderio di insegnare ai vostri figli o nipoti quanto sia più divertente giocare con delle bottiglie vuote piuttosto che uccidere mostri con il cellulare…
Lorenza Fiorilli