Uscii dal bagno, nel frattempo avevi detto alla nonna di non voler mangiare più, d’essere sazio e stanco, di voler riposare un po’. Ti eri accomodato su quelle poltroncine di pelle del corridoio e mi stavi aspettando per salutarmi. Appena io chiusi la porta dietro di me esclamasti, come amavi fare da 28 anni,: “Bella bambina!”.
Quell’esclamazione la associo, ancora oggi, ad una immagine precisa di te: a quando, di ritorno dalla caserma, tutti i giorni alle due e mezza del pomeriggio, entravi in casa, con il capello nella mano destra e la cartella di pelle nera nella sinistra e, sventolando il berretto ci salutavi. Ecco, nonno, tu sei rimasto quell’uomo per me: la malattia, le sofferenze, la tua stanchezza, la tua incapacità a stare in piedi, le tue spalle ossute, le tue gambe fragili, il tuo bastone, le tue bretelle per tirare su i pantaloni che ogni giorno diventavano sempre più larghi, il tuo sonno pesante, il tuo respiro affannoso, la tua bombola dell’ossigeno, non sono mai esistite, neanche quando erano realtà.
In quei giorni difficili mi dicevi che tu c’eri ma già non c’eri più e che sarebbe stato per me più facile associare l’idea della morte a quell’uomo malandato, piegato a metà dalla malattia, piuttosto che a quel nonno forte e fiero. Ma io ti risposi, quella volta, che eri al tempo stesso forte e fragile, perché il ricordo che avrei avuto di te, sempre, sarebbe stato quello di un uomo ottimista, coraggioso, al punto di accettare in vita, la morte.
Dunque, quel giorno di ritorno dall’ospedale, dopo mangiato, andasti a dormire, io ti strinsi la mano e mentre preparavi il letto, aiutai la nonna in cucina. Poi salii su, mi chiusi in camera, e pensai che c’era concesso troppo poco tempo per sprecarlo in ricordi e tramortirlo di domande ed interrogativi. Decisi di accettare, seppur con immenso dolore, l’idea che di lì a poco mi avresti lasciato, e mi rincuorò l’idea che, dopo qualche settimana, sarebbe venuta Pasqua, una festa che tu amavi molto, perché dicevi che, dopo la passione, c’era la Resurrezione, per tutti.