La notte successiva a quella lezione sugli alberi da te impartitami con grande amore, fu lunga, interminabile… e così, senza fare rumore, andai in soggiorno e presi dai cassetti tutti gli album delle nostre foto: dal matrimonio della mamma sino alle ultime, scattate nei tradizionali giorni di festa.
Mi soffermai a lungo sulle immagini che ritraevano noi due, o te e la nonna, o tutti insieme, e mi ricordai delle volte in cui chiedevi a qualche passante di scattare una fotografia per noi. Ti avvicinavi in maniera cortese al signore di passaggio, gli porgevi la macchinetta fotografica, gli spiegavi quale pulsante era da premere e ti stringevi forte a noi, alle nostre spalle, alle nostre mani, sorridendo con infinita gioia.
Noi eravamo così, capaci di celebrare anche una semplice passeggiata sul lungomare mentre io mangiavo la pizza calda fumante con la mozzarella filante e tu mi dicevi di stare attenta a non sporcare il prezioso capotto di lana marrone con gli alamari nocciola, capaci di venirci incontro in piazza come se non ci vedevano da anni, anche se ci eravamo separati dieci minuti prima. Dopo lo scatto della foto, anche se ci ritraeva in momenti quotidiani, scontati per gli altri, tu esprimevi sempre il timore che non uscisse bene, neanche se avessimo fotografato chissà quale parte sperduta della terra. Invece era una foto semplice, potevate esserci tu e la nonna davanti le balaustre del lungomare, tu e la mamma in giardino, io e te seduti sulla panchina dalle piccole piastrelle blu.
Scene di vita quotidiana, arricchite dall’amore, profondo e sincero che ci ha sempre unito. Continuai a sfogliare l’album delle foto, la prima immagine che mi venne incontro fu quella del matrimonio della mamma: eravate ritratti voi due fuori al cancello verde di ferro battuto, tu eri elegantissimo e visibilmente emozionato. Sin da bambina non ero mai abbastanza sazia di quelle immagini, di quel sorriso della mamma alla quale amavo dire che se la felicità avesse avuto un volto, avrebbe avuto il suo, il giorno delle nozze. Mi piaceva guardarvi prima che nascessi io, non so per quale recondito motivo, adoravo poi confrontare quelle foto con quelle successive alla mia nascita. Forse per vedere sui vostri volti, su dei miei genitori, su quello della nonna e sul tuo, quello sprazzo di gioia in più, una volta fatta la mia conoscenza.