Mi ha contattato: “Buongiorno, sono Chiara. Vorrei raccontare la mia esperienza…o meglio le mie emozioni…quello che si prova dopo che ci si riappropria della vita, dopo che arriva quell’esito negativo tanto sperato…dopo che si riprende tutto con una nuova carica di entusiasmo”.
E così ho ascoltato la storia di Chiara, la quale mi ha chiesto di scriverla come un breve racconto: è quello che ho fatto.
Chiara: una vita tra famiglia e lavoro, impegni quotidiani, il traffico in città, qualche chilo di troppo che fa tirare i jeans sulla pancia, la ruga ai lati della bocca e quel colorito che non è più quello dei venti anni…
E poi un giorno, un giorno come tanti…e Chiara che, invece di recarsi al lavoro, va dal medico: un controllo di routine.
Entra nella stanza dello specialista, spiega il motivo del controllo:” Nessun sintomo e nessuna familiarità”.
Fa quello che il medico le dice di fare nella semioscurità della stanza.
Quel gel freddo procura a Chiara quasi una vertigine…
Il medico è in silenzio, non dice nulla, è lei che chiede se va tutto bene.
“C’è un nodulo…non è molto grande…le dico tutto terminata l’ecografia”.
Chiara è lì, sdraiata sul lettino e mentre sta fissando il soffitto di quella stanza, ripensa ai giorni precedenti: ai jeans che tiravano sulla pancia, alla scoperta di quella ruga ai lati della bocca, al colorito che non è più quello dei venti anni…ma pensa anche ai viaggi mancati, a tutto quello che non appezzava da troppo tempo, come quel sole splendente che l’aveva accompagnata sino allo studio medico, quel mattino, e che l’avrebbe accolta quando sarebbe uscita da lì.
“Può rivestirsi”, le dice il medico e quella camicia bianca le sembra già l’abito di un malato.
Lo specialista le spiega tutto in maniera accurata tutto e fissa un appuntamento per un ago aspirato “Solo questo potrà dirci se il nodulo è maligno o benigno. Purtroppo ha delle caratteristiche che non ne escludono la malignità, anche se ce ne sono altre che potrebbero suggerire la benignità”.
Intanto il marito la chiama per telefono: “Chiara, tutto bene?”
“Ne parliamo a casa” risponde lei…lei che intanto si rimette nel traffico…lei che piange per tutto quello che non ha visto in quegli anni, che ha dato per scontato.
La notte non dormirà, la notte sarà affollata di interrogativi…
Il giorno dopo, al lavoro, non è più lei: non parla con nessuno e avrebbe solo voglia di piangere, quello che farà nei giorni successivi, sino a quell’ago aspirato, quando, sdraiata sul lettino dell’ambulatorio, le sembrerà che quell’ago le stia aspirando anche un po’ di sé, e di quella vita che non ha apprezzato a sufficienza.
I giorni che la separano dalla risposta del referto sembrano procedere così lenti, così lenti, così lenti…
Poi quella risposta e la vita cambia, di nuovo, forse per sempre: “Negativo”.
Chiara esce dall’ambulatorio sventolando quel referto in aria, con i jeans che le tirano sulla pancia, con la ruga ai lati della bocca, con quel colorito che, però, oggi è diverso, perché Chiara è rinata: non ha più 39 anni oggi, ne ha 13, al massimo 14…e una vita, nuova, davanti.
Alessandra Fiorilli