Si fece di tutto in quei ultimi cinque giorni trascorsi a casa per farti sentire bene, pulito, a posto, come amavi sentirti tu, nonno. Ma non era la stessa cosa, non fu la stessa cosa, non sarebbe stata mai più la stessa cosa.
Disteso su quel letto che trasudava dolore e presagi di morte, ti passarono davanti agli occhi tutti quei gesti quotidiani che non facesti mai per consuetudine stanca, ma sempre animati dall’amore e dalla passione per la vita.
Semplici gesti, quasi al limite dello scontato o dell’obbligatorio, come il cambio settimanale delle lenzuola, il ritirare i panni appesi sui fili fuori il giardino che quasi lambivano i lunghi rami del petto d’angelo, lo sciacquarti il viso con tanta acqua fredda, il lavarti i denti con il tuo solito dentifricio alla menta, erano stati ripetuti per anni, per decenni, eppure ogni attimo l’avevi assaporato come fosse prezioso ed irripetibile.
Mi dicevi spesso che una stessa azione che si compie ogni giorno muta il proprio significato e aspetto a seconda dei nostri stati d’animo.
Un pomeriggio d’inverno, con le gocce di pioggia che terminavano la loro corsa sul vetro della finestra dello studio, mi facesti riflettere su una cosa: quando si è in convalescenza, la brezza pomeridiana che tanto ci piace, che ci accarezza i capelli e ci sfiora il viso, non è poi così piacevole come quando godiamo di perfetta salute, anche il semplice posizionare le mani sotto l’acqua corrente ci procura un leggero senso di fastidio se si ha qualche linea di febbre.
Qual era, dunque il segreto della vita, se non quello di assaporare ogni attimo e soprattutto di non dare mai nulla per scontato? Detto così, con parole semplici e ripetute da molti, può passare per un’osservazione banale, ma solo chi ha tentato di mettere in pratica questi insegnamenti di vita può comprendere come, al di là di un apparente aspetto scontato, si cela una grande verità, che poi è la verità che accomuna tutti gli esseri viventi: siamo passeggeri su di un treno la cui corsa nessuno sa quando terminerà, ma non per questo non si gode dello splendido paesaggio che si vede scorrere fuori dal finestrino: dei tramonti come delle albe, dei torrenti tumultuosi come di una distesa placida e verdissima di fiori colorati.