“La nostra compagnia…-rispose la nonna con le lacrime agli occhi…-ormai sono andati tutti via da questo casolare. Più nessuno mi chiede di preparare il prelibato caffè”.
Allorché il macinino, sentendo la nonna così triste e avvilita, la consolò dicendo che lei doveva ritenersi una persona fortunata perché per molti anni era stata circondata dall’amore dei suoi cari.
“Portami sopra con te, te ne prego” implorò il macinino.
“ Va bene, ma decidi tu dove vuoi essere messo”.
“Sul camino e ospiterò, con la mia bocca aperta, i fiori di campo che ogni mattino di primavera vai a cogliere sul prato” gli rispose.
“Va bene, farò come vuoi tu” disse la nonna, mentre con una mano prendeva il macinino e con l’altra stava cercando di non far cadere a terra la manovella penzolante.
E così da quel giorno il macinino, anche se non macina più i chicchi di caffè, prende comunque parte alla vita di tutti giorni.
Appena la nonna termina il suo racconto, io mi avvicino al vecchio macinino, lo accarezzo come fosse una bestiolina ferita e gli prometto che quando la prossima estate tornerò, provvederò io a riempirlo di fiori di campo, in segno di ringraziamento per tutto ciò che di bello è riuscito a regalarci in tanti anni trascorsi assieme.