La mia storia di fantasia inizia così.
“Un pomeriggio, di ritorno da scuola, mentre ero nella mia cameretta intenta a fare i compiti, sentii una vocina:
“Sono proprio sfortunata, sono una delle migliaia di foglie di una grande città, dove tutti vanno sempre di fretta e nessuno si interessa a me. Ecco, guarda, adesso ci mancava solo di essere intrappolata sotto questa scarpa!”.
Mi girai più volte ma non c’era nessuno, andai per tutta casa ed anche lì neanche l’ombra di essere vivente.
Ovunque andassi, però, questa vocina mi seguiva.
“Basta, fermati, te ne prego, mi stai facendo troppo male!”
“Ma dove sei, non vedo nessuno!” chiesi io.
“Sono qui, sotto la suola della tua scarpa, sono una foglia portata via dal vento”.
Alzai il tacco della scarpa e mi accorsi di questa foglia che non voleva saperne di staccarsi dalla suola.
“Sono rimasta attaccata perché poi tu sei passata su quella striscia d’asfalto che non era ancora del tutto asciutta”.
“Ah, scusami tanto, non me ne ero neanche accorta! Adesso cercherò di staccarti dalla suola” dissi io.
“Sì però con delicatezza, altrimenti mi fai male” rispose la foglia.
Mi tolsi la scarpa e con grande maestria, riuscii a liberare la foglia che mi ringraziò e sospirò.
“Cosa c’è che ti rattrista così tanto? “ le chiesi.
“ Nessuno mai mi ha mai degnato di uno sguardo. Noi in città siamo sopra gli alberi sino a quando le prime folate autunnali non ci separano dalla nostra casa e noi andiamo vagando per le strade. Nessuno mi ha mai voluto bene”.
Proprio nell’istante in cui la foglia di città smise di parlare, ecco che sentii un’altra vocina.
“Io invece sono stata fortunata, non solo mi hanno amata ma hanno voluto che io vivessi per sempre”.
“Hai sentito anche tu quello che ho sentito io?” mi chiese la foglia di città.
“Certamente, chi sarà stata a parlare?” le risposi incuriosita.