“Si può sapere cosa mai è successo? Perché adesso, dopo aver trascorso in quest’armadio a muro tanti anni vicini, vi siete messi a bisticciare?” chiesi io e la scarpina mi rispose così.
“E’ impensabile che una scarpina di classe come me debba stare vicino a questo scarpone incrostato di terra che ogni volta che si muove mi dà dei calci che mi rigano tutto il tacco!”
E così dicendo mi mostra delle rigature sottili che in realtà la volta precedente non c’erano.
“Scarpone, un po’ d’attenzione, non essere così rude, te ne prego”, dissi io.
Lo scarpone con il suo vocione grosso cominciò a lagnarsi della scarpina, della sua fanaticheria e confessò che non la sopportava più, ecco perché di notte le lanciava dei calci.
“Signora Mila- disse lo scarpone- non trovo giusto che uno come me, che si è fatto in quattro per aiutare a mandare avanti una famiglia debba essere, in vecchiaia, trattato così da questa scarpina sciocca e senza valori!”
La scarpina si risentì non poco di quest’osservazione e rispose a tono.
“Io non sono per niente sciocca e senza valori….”
E così dicendo cominciò a piagnucolare sempre più forte.