E’ Natale!
Che gioia provo ancora nel cuore nel vedere il nostro albero stracarico di addobbi, la neve sul viale, la legna nel camino crepitare, la nonna intenta a preparare la sua insuperabile polenta.
Sì, avete letto bene: P-O-L-E-N-T-A.
Nella nostra casa il 25 dicembre, accompagnata da un sugo denso di carne dove abilmente mischiate alle cipolline si trovano le salsicce che la nonna si fa preparare dal signor Giovanni in persona, a far il suo ingresso trionfale sulla tavola imbandita, arriva la polenta.
Giovanni, il migliore amico del nonno, è il macellaio che sembra essere uscito da un libro di lettura.
Con la pancia prominente, un po’ pelato, non molto alto e sempre pronto a tessere le lodi dei tagli di carne che, come dice lui, sono i migliori della zona.
La polenta che arriva da sempre sulla nostra tavola, ogni 25 dicembre, non è di quelle pronte, istantanee, come si legge sulla confezione, la nostra polenta ha bisogno di tempo, di pazienza, di amore. E la nonna di amore gliene dà tanto.
Eccola lì, intenta a girare la polenta, stando bene attenta a versarne un po’ per volta nel paiolo di rame.
“Nonna, è il primo Natale che apparecchiamo solo per due persone. Io, però, non mi sento triste, perché sono accanto a te. Però, che bello era quando apparecchiavamo per tante persone. Ricordi, oltre alla mamma, al papà, al nonno venivano sempre da noi anche gli zii Luciana e Biagio, con i loro figli ed i nipoti? E delle volte sedevano con noi anche zia Mariella e zio Franco perché, dicevano, non potevano perdersi quella prelibatezza di polenta che solo tu nonna riesci a preparare con così tanta maestria”.
“Ringraziamo il Signore per quello che ci ha dato in tutti questi anni, non è da tutti avere dei bei ricordi e poi ringraziamolo ancora per il grande amore che ci unisce e che non morirà mai, perché i sentimenti, quelli veri, quelli profondi, rimangono per l’eternità”.