“Signora Mila, ora a vedere queste belle caldarroste mi è venuto in mente quello che mi è successo qualche mese fa, quando, un borioso marron glacé si è messo a battibeccare con una piccola ma deliziosa castagna. Vuole che le racconti questa storia?” chiedo alla nonna, nella speranza che lei mi dica sì.
“Ma certamente, signora Pila, sono proprio curiosa di ascoltare questa storia!” mi risponde la mia compagna di storie fantastiche.
“Era un pomeriggio molto freddo, nonostante non fosse ancora arrivato l’inverno. Per scaldarmi un po’, decisi di acquistare un bel cartoccio di caldarroste da quegli uomini che si mettono lungo le strade a venderle. Il venditore mi disse che non erano molto grandi ma che avevano una polpa candida e deliziosa.
Aveva perfettamente ragione, erano buonissima!
Finii di mangiare avidamente il cartoccio di castagne, anche perché dovevo entrare nel supermercato per fare spesa ma nel cartoccio ne rimasero un paio.
Sugli scaffali del reparto dei dolciumi, faceva bella mostra di sé un’elegantissima scatola di finissimi marron glacé, di cui ne ero stata sempre ghiotta. Non seppi proprio resistere e la acquistai. Tornata a casa, cacciai la scatola dalle buste e la sistemai sul tavolo, dove misi anche il cartoccio nel quale erano rimaste le due castagne.
Ero di là in camera per cambiarmi d’abito, quando ecco che sentii provenire, proprio dalla cucina, due vocine che sembravano rincorrersi l’una all’altra.
Andai di là e vidi che una caldarrosta stava battibeccando con un grande marron glacé che nel frattempo avevo liberato dalla preziosa scatola, perché avevo deciso di mangiarlo dopo aver sistemato la spesa.
“Non credere che la tua bellezza possa permetterti di trattarmi in questo modo, eh! Sono piccola ma saporita e soprattutto, sono stata molto amata nella mia vita!” disse stizzosa la caldarrosta al marron glacé, che nel frattempo si stava reggendo la pancia dalle risate.
“Amata, ma da chi, dimmi un po’? Tu, così piccola e insignificante!”, rispose il marron glacé con aria di sfida.