I Racconti di Mila e Pila- 20 dicembre: un vento un pò birbantello- 2° Parte

“Che strano, nonna, pensa che Chicago la chiamano “Windy city”, la città del vento, perché lì il vento accompagna ogni momento della giornata e ogni stagione dell’anno”, le dico ciò tra una cucchiaiata e l’altra dell’ottimo zabaione che solo la nonna sa preparare con così tanta maestria.

“La città del vento eh…?” e mentre la nonna si allunga sulla sedia a dondolo davanti al camino, capisco che è arrivato il momento di trasformarci in Mila e Pila.

“Sa signora Mila- dico mentre mi asciugo gli angoli della bocca- mi è accaduto un fatto molto strano nella nuova città, dove adesso risiedo. Vuole che glielo racconti?”

“Certamente, signora Pila, sono tutta orecchie”, risponde la nonna.

Inizio con la mia storia fantastica.

Mentre stavo tornado a casa da scuola, una sferzata di vento freddo mi si mise davanti e cominciò a parlarmi.

“Ma le pare che non ho un attimo di tempo per me, eh? Sempre a soffiare, mattina, pomeriggio, sera, notte, inverno, primavera, estate, autunno. Guardi, guardi se uno può andare in giro così, con i capelli lunghi e incolti e con le scarpe da risuolare! E poi dopo tanto lavoro, la gente non fa altro che lamentarsi di me!!!”.

“Hanno ragione gli abitanti di Chicago, caro il mio vento, sei proprio fastidioso, non ci lasci un attimo in pace!” gli risposi mentre mi stavo mettendo seduta su una panchina.

La folata fredda si accomodò vicino a me e mentre stava sbirciando i miei libri, tenuti insieme da un elastico doppio e coloratissimo, mi disse:

“Sarei voluto tanto andare a scuola e imparare cose nuove ma da lassù mi hanno detto che avrei dovuto solo soffiare e soffiare perché ero staro assegnato a Chicago, la “Windy City”, la città del vento. Io ho cercato di protestare ma non c’è stato nulla da fare, la decisione era stata ormai presa!”.

“Ma non ti piace il tuo lavoro?” gli chiesi mentre si stava sistemando la chioma scompigliata.

“Mi piace quando in autunno, con le mie folate, le foglie secche e rosse degli alberi sembrano rincorrersi per le strade, mi piace in estate, quando la gente, in riva al lago Michigan, si stende sulla sabbia e si gode la mia brezza, ma mi dispiace dare tanto fastidio l’inverno, quando le persone devono uscire da casa tutte imbacuccate e quando con le mie sferzate di aria gelida, faccio arrossire i loro volti. Io volevo anche dare le dimissioni, ma non le hanno accettate. Sarei tanto voluto andare in Italia, una nazione meravigliosa, come dicono molti che l’hanno visitata”.

“Io vengo proprio da lì..” gli risposi mentre il vento si stava agitando contento davanti a me.

“Racconta, ti prego, racconta…”

I Racconti di Mila e Pila- 20 Dicembre: un vento un pò birbantello-1° Parte

“Certo che oggi fa proprio freddo!” penso, mentre cerco di tirarmi il più possibile il piumone vicino al viso.

Poi accendo la luce sul comodino e, con mia grande sorpresa, vedo che sul soffitto non ci sono quelle stelle blu che i miei genitori hanno voluto, a tutti i costi, dipingere con lo stencil.

No, nessuna Stella Polare, nessun Grande Carro, il soffitto, che sto fissando in questa mattina così fredda, è quello della camera che la nonna ha lasciato intatta per me nel suo casolare di collina.

“Sono da nonna Angela, sono da lei!” grido queste parole mentre scosto il piumone dal mio corpo e m’infilo le ciabatte.

Corro nella stanza della nonna ma il suo letto è già sistemato, guardo l’orologio: sono le nove e mezzo, sarà di sicuro già in cucina.

Mi precipito per le scale, sono fortunata, le ciabatte da camera non fanno rumore e così posso sorprenderla alle spalle, abbracciandola forte forte.

“Ecco la mia Ludovica!” esclama queste parole mentre anche lei mi abbraccia.

“Nonna, sai cosa mi è successo? Quando mi sono svegliata non ci stavo pensando più che ero qui da te, e quindi la gioia che ho provato ieri l’ho provata nuovamente stamattina, quando fissando il soffitto, mi sono accorta che non ero a Chicago”.

“Chicago…Chicago…non mi hai mai scritto niente su questa città, non dirmi che non ti piace?”, mi chiede la nonna mentre sta aprendo un uovo nella tazza per prepararmi l’immancabile zabaione.

“Sarebbe bella solo se ci fossi tu, nonna”.

“Non ci credo che non hai fatto amicizia con nessuno lì!”

“Amicizia…l’amicizia è una cosa importante, diciamo che ho stretto delle conoscenze…” rispondo mentre con impazienza aspetto lo zabaione.

“Parlami della tua nuova città” proprio mentre pronuncia queste parole la fiamma nel camino in pietra, s’inarca perché il vento, oggi, soffia proprio forte.

L’endometriosi: la Dottoressa Francesca Sagnella ci parla di questa patologia, della diagnosi, delle cure e degli effetti sulla fertilità della donna

La percentuale delle donne italiane in età fertile che soffre di endometriosi è compresa tra il 5 e il 10%. Purtroppo spesso vengono sottovalutati i sintomi tipici di questa patologia, che possono orientare verso una diagnosi precoce: dolore mestruale intenso (dismenorrea), spesso associato ad episodi di vomito e svenimento, rapporti sessuali dolorosi (dispareunia), dolore al retto e durante l’evacuazione.

Il dolore è invalidante: “Molte donne affette da endometriosi sono costrette a pianificare la propria vita in base al ciclo mestruale” , afferma la Dottoressa Francesca Sagnella, Specialista in Ginecologia e Ostetricia, Dottore di Ricerca in Fisiopatologia della Riproduzione Umana la quale, dopo averci parlato, sulle pagine di “EmozionAmici”, di infertilità e di menopausa, ci illustra cosa sia l’endometriosi.

La Dottoressa Francesca Sagnella

 “Innanzitutto partiamo dalla definizione di endometrio : è la mucosa che riveste la superficie interna della cavità uterina e che si rinnova ogni mese con il ciclo mestruale, nel caso non avvenga la fecondazione dell’ovulo. Parliamo di endometriosi quando il tessuto endometriale, che normalmente viene espulso con il mestruo, va a localizzarsi fuori dall’utero. Si formano quindi delle isole di endometrio ectopiche (ossia fuori dal sito fisiologico), prevalentemente nella pelvi e nell’addome, che vanno ad attaccarsi, in maniera piuttosto aggressiva, agli organi e alle sierose (intestino, ovaie, peritoneo); in casi molto rari, è stata descritta addirittura endometriosi sulle pleure e nei polmoni”. Il tessuto endometriale può risalire le tube per via retrograda durante il ciclo mestruale ma, mentre viene naturalmente eliminato dal sistema immunitario nelle donne sane, in quelle affette da endometriosi persiste, attacca la superficie di organi e sierose formando cisti o placche e continua a sanguinare: “Si instaurano, quindi, piccole emorragie nell’addome o laddove si siano formate isole di tessuto endometriale ectopiche, con conseguente infiammazione. Possiamo dire che questo tessuto endometriale ha degli aspetti in comune con le metastasi tumorali, anche se di natura benigna” , dichiara la Dottoressa Sagnella alla quale chiedo quali siano i fattori legati all’insorgere di tale patologia:

“Si tratta di una patologia ad eziologia ancora ignota. Sappiamo che esiste una predisposizione ereditaria sulla quale vanno ad incidere fattori ambientali , come ad esempio alcune sostanze chimiche contenute in alcune plastiche, definite interferenti endocrini, che svolgono azioni simili a quelle degli ormoni.

L’endometriosi è una patologia che negli ultimi decenni si sta riscontrando più frequentemente: “Oggi le donne hanno più eventi mestruali rispetto al passato  perché si fanno meno figli. Inoltre, grazie alla maggior conoscenza di questa patologia, viene anche diagnosticata con maggior frequenza”.

Cosa può fare la donna quando avverte sintomi quali quelli sopra descritti? “Purtroppo sono in molte a sottovalutarli, non a caso tra l’insorgenza dei sintomi e la diagnosi, si stima che possano trascorrere anche diversi anni. Nel nostro paese, probabilmente grazie alla maggior diffusione della diagnostica ecografica, la diagnosi è spesso tempestiva. L’ecografia rappresenta, infatti, uno strumento indispensabile nella diagnosi di endometriosi” dichiara la Dottoressa Sagnella, alla quale chiedo quali siano le cure da intraprendere.

“Dato che i sintomi dell’endometriosi sono, come abbiamo già visto, strettamente correlati alla mestruazione, uno dei rimedi è quello di prescrivere alla paziente la pillola contraccettiva in continuo , ovvero senza la settimana di sospensione, in modo da non farla mestruare. Tra le terapie più recenti anche quella della pillola progestinica e, nei casi più gravi, può essere necessario indurre una menopausa farmacologica. Molto spesso, però, diventa indispensabile la terapia chirurgica, specialmente quando le lesioni endometriosiche coinvolgono strutture anatomiche importanti come gli ureteri (con conseguente rischio di danno renale) e l’intestino. Per quanto riguarda le cisti endometriosiche ovariche (endometriomi), l’indicazione alla chirurgia va molto ben ponderata, soprattutto se la paziente desidera avere una gravidanza. L’intervento stesso, infatti, può danneggiare la riserva ovarica della donna attraverso il danno termico che viene esercitato sull’ovaio per rimuovere la cisti. Quando possibile, infatti, si rimanda l’intervento dopo che la donna abbia concepito e partorito”.

E qui si apre un altro capitolo molto delicato: l’endometriosi , infatti, oltre a causare i sintomi invalidanti di cui abbiamo già parlato all’inizio dell’articolo, è anche una delle principali cause di infertilità, specie quando si riscontra un quadro aderenziale che coinvolga le tube e le ovaie:

“ Non è escluso che donne affette da endometriosi possano avere delle gravidanze naturalmente; qualora però ciò non avvenga, può essere di aiuto la medicina della riproduzione , in particolare la fecondazione in vitro. Nel caso in cui le ovaie risultino impoverite e la riserva ovarica insufficiente a causa delle cisti endometriosiche o di ripetuti interventi chirurgici (si tratta infatti di una patologia che tende a recidivare), una possibile soluzione all’infertilità è rappresentata dalla fecondazione in vitro eterologa, ovvero il ricorso a ovuli donati da un’altra donna. La gravidanza, per le donne affette da endometriosi, ha un forte potere terapeutico ”- conferma la Dottoressa Sagnella –”Spesso, infatti, favorisce la riduzione delle lesioni prodotte dall’endometriosi grazie al quadro ormonale gravidico e all’assenza di ciclo mestruale per 9 mesi ed anche oltre (in caso di allattamento prolungato). Attenzione quindi a non sottovalutare i sintomi-  raccomanda la Dottoressa Sagnella-  e a parlarne subito con il proprio ginecologo di fiducia”

Alessandra Fiorilli