Da quel giorno la nuova macchina è chiusa nel suo scatolone e solo di rado la fa uscire, proprio quando le serve per qualche lavoro che la vecchia macchina non è in grado di svolgere.
Arriva la nonna con il catino pieno di panni e per aiutarla, le corro incontro per aiutarla, perché barcolla sotto il peso dei panni asciutti che ha tirato via dei fili.
“Nonna, dovresti comprare un catino più grande, rischi di perdere gli indumenti per strada altrimenti”.
“Non ti preoccupare, Ludovica, questo piccolo catino mi basta. Ora i panni sono di più perché ci sei tu ma tra qualche giorno…tu a Chicago ed io qui, nuovamente sola…” risponde la nonna che è diventata all’improvviso malinconica.
Accipicchia, non riesco proprio a stare zitta, devo sempre dire qualcosa che la fa intristire.
Mi vado a mettere in un angolo, quasi volessi da sola punirmi per ciò che ho detto.
La nonna mi vede e mi porge la mano, dicendomi:
“Signora Pila, venga con me, le racconto cosa hanno combinato, un po’ di tempo fa le due macchine per cucire, quella antica e quella nuova”.
Dalle parole della nonna capisco che è arrivato il momento di tuffarci nel mondo fantastico di Mila e Pila, e dei loro racconti di fantasia.
“Mi dica, signora Mila, sono tutta orecchie!”.
E la nonna comincia così a raccontare la storia.