“Ma che c’entra, erano altri tempi, io, però ero molto brava nel mio lavoro…” disse l’anziana macchina per cucire.
“Brava… ma chi vuoi ingannare eh? L’ho sentita la tua padrona mentre una sera si stava lamentando ad alta voce del fatto che ormai il tuo ago si bloccava e faceva attorcigliare tutto il filo. Un disastro, avevi combinato un vero disastro…”.
Appena terminate di sentire queste parole, la mia fedele amica scoppiò in un pianto dirotto.
“Allora non sono proprio più utile a nessuno, combino solo guai…tanto vale…” e lasciò a mezz’aria queste parole.
“Tanto vale…” chiesi io
“Tanto vale rinchiudermi per sempre in questo mobile e non tirarmi più fuori. Anzi, questo mobile è solo d’impiccio e non serve altro che alla polvere per depositarsi. Portami giù in cantina, te ne prego” così disse la vecchia macchina per cucire, ormai senza più una speranza.
“No, non ti porto in cantina, tu rimani qui. Però…vedi tu non funzioni più tanto bene e per un’anziana donna come me, è più facile farsi aiutare da una giovane macchina per cucire, veloce e precisa. Ma non ti lascio andare via, non posso dimenticare e cancellare quei lunghi pomeriggi nei quali il rumore del tuo pedale e dell’andare su e giù dell’ago mi hanno fatto compagnia. Rimarrai qui, in questa stanza” gli dissi io.
“Ma cosa resto a fare, non sono più d’aiuto a nessuno”.
“Non è vero, sarai d’aiuto alla nuova macchina per cucire perfetta sì, ma senza anima e le insegnerai il rispetto per gli altri, per quelli più anziani, per chi ci ha preceduto. “
“Se è così, allora vado via” rispose la nuova macchina per cucire.
“Non devi offenderti, vedi nella vita non è sufficiente saper fare bene il proprio lavoro ma è necessario saper riconoscere i giusti meriti agli altri e non essere borioso, pieno di arie inutili perché il valore di un oggetto e di una persona non si misura con la quantità delle cose che sanno fare, piuttosto con l’umiltà con la quale si fanno” dissi.
La nuova macchina per cucire capì dalle mie parole di aver sbagliato e dopo aver chiesto scusa alla mia fedele compagna di tanti lavori, accettò l’idea che la vecchia macchina sarebbe stata per lei una preziosa guida per vivere”.