Mentre ci incamminiamo verso il centro del paese, mi vengono incontro e sembrano quasi prendermi per mano, tutti quegli odori e quei sapori che, nonostante fossero mesi non li sentissi più, li riconosco subito, uno per uno non appena li avverto nell’aria.
Più ci avviciniamo al paese, più ci stringiamo nei nostri cappotti, tanto il freddo di stamattina è prepotente e vuole avvolgere ogni parte del corpo.
Ma il mio desiderio di rivedere il paese nel quale sono nata e cresciuta è più forte del freddo, supera il vento di tramontana, sfida la neve.
Eccoci qua, siamo arrivate: tutto intorno alle viuzze c’è un grande brulichio di persone indaffarate nelle ultime compere, domani si festeggerà l’arrivo dell’anno nuovo e, come sempre, ci si accorge all’ultimo minuto che in casa manca qualcosa per salutare degnamente l’anno vecchio che ci sta lasciando.
Entriamo nei negozi portando con noi l’aria fredda che sta soffiando sulla vallata sin dalle prime ore del mattino, senza tregua.
“Buongiorno signora Angela.ma vedo che c’è anche Ludovica, fatti vedere…ma come sei cresciuta….”
Ed io mi faccio vedere come chiedono loro, giro su me stessa e cerco anche di sollevare un po’ i talloni per far vedere che sono più alta di quanto non lo sia realmente.
Mi fa piacere incontrare la gente di questo paese che porterò per sempre nel cuore, anche se dovessi diventare, questo è il desiderio di mamma e papà, uno dei migliori avvocati di Chicago.
Credo proprio che non si possano mai dimenticare le proprie origini, perché ciò che siamo è la somma di tutti i frammenti di vita vissuta.