La nonna afferra dolcemente quel vecchio gioco di legno e accarezza, una a una tutte le parti di cui è fatto: su ogni parte c’è l’ingegno di mio padre, la sua ricerca di pezzi, le sue richieste al falegname per avere il legno, al meccanico per avere i cuscinetti.
E riflette: sì, la nonna riflette sui tempi andati, sull’infanzia di suo figlio, che ora è lontano ma che comunque è felice perché il suo lavoro gli piace così tanto.
Capisco che ha bisogno di un abbraccio ma lei, ancor prima del mio gesto, si trasforma della signora Mila per scacciare via quel velo di nostalgia.
“Signora Pila, non sa cosa mi hanno combinato questi due monopattini un po’ birbantelli!” dice la nonna.
“Mi racconti signora Mila sono proprio curiosa!” rispondo a tono.
La storia fantastica inizia così.
“ Proprio qualche giorno fa, mentre ero intenta a fare un po’ di pulizie nella cantina, sento una vocina un po’ indispettita dire queste parole:
“ Va dicendo che è bello, cromato, veloce, sicuro…che impertinente!”
Incuriosita, mi avvicinai agli oggetti custoditi in cantina, e notai che era il vecchio monopattino a parlare.