Non ha pensato neanche per un istante che sulla tavola sarebbero stati messi due soli piatti.
Ha cucinato per me, per me che ho già la valigia pronta vicino allo scrittoio.
Però è triste la nonna, lo noto dai suoi movimenti più lenti ma è già tutto stabilito: domani mi verrà a prendere mio padre e tornerò con lui a Chicago.
“Nonna, il camino non è ancora acceso, posso pensarci io?” le chiedo con un tono di voce squillante, quasi per mascherare volutamente quel velo di tristezza che ho nel cuore.
“Prima però, bisogna andare a prendere la legna fuori perché ieri l’abbiamo consumata tutta”, dice la nonna con dolcezza.
“Va bene, allora prendo la mia giacca e vado alla legnaia” rispondo mentre imbraccio la cesta di vimini, dove metterò i grandi ciocchi di legna e quelli più fini, che servono per accendere il fuoco.
Fa freddo, oggi fa proprio freddo. però è una bella giornata di sole.
Rientro con il mio carico pesante e accendo il fuoco, sotto l’occhio vigile della nonna.
Sono brava, veloce e accorta, infatti, la fiamma non tarda ad accendersi.
“ Ludovica, la valigia l’ho già preparata io. C’è da sistemare dentro solo il pigiama che indosserai stanotte e gli indumenti di casa che porti addosso. Poi…è tutto pronto per domani” mi dice la nonna mentre sta mettendo le polpettine nella lasagna.
E continua dicendo:
“Sono stata molto bene queste settimane ma già da un paio di giorni la malinconia ha preso il posto dell’iniziale felicità. Già so che mi mancherai, una volta partita per Chicago, ancora più di prima perché quando saremo lontane, avrò tanti bei ricordi che mi faranno salire le lacrime agli occhi”.
“Non essere così triste, nonna, altrimenti, lo divento anch’io. Abbiamo ancora tutto un giorno davanti da trascorrere insieme”, le rispondo cercando di tranquillizzarla.
“Un giorno…quando si vuole bene a una persona…è troppo poco, comunque, andiamo avanti con la preparazione del pranzo”.