Capii da queste parole che al camino, testimone dei nostri giorni più felici, non bastava più un mio gesto, ma voleva parole, in grado di fargli capire quanto fosse prezioso e insostituibile il suo lavoro.
“Ma le parole possono anche essere pronunciate in modo non sentito, mentre i gesti valgono di più” risposi cercando di convincerlo.
“Non voglio sembrarti sciocco o petulante, però vedi, alla mia età, una parola dolce può illuminare una giornata buia. E poi, non credere, sono abbastanza saggio da poter capire quando una persona è sincera o quando le sue parole sono frutto dell’ipocrisia!” disse il camino con un tono di voce secco, che rasentava anche un rimprovero e continuò dicendo:
“So bene quanto sono stato importante per voi e quanto il mio lavoro vi abbia aiutato in tutti questi anni. Ma vedi, quando ero più giovane, c’erano tante persone qui in questa casa, ricordo che si ritrovavano tutti qui, davanti a me, per riscaldarsi, per godere della fiamma che ondeggiava nella mia grande bocca, per cucinare la carne, per abbrustolire il pane.
Poi, poco alla volta, le abitudini sono cambiate, sono andati tutti via da questo casolare e oggi siamo rimasti sono te ed io.
Quello che faccio sembra essere solo un dovere, accendermi al mattino sino alla sera e riscaldare questa casa ormai vuota.
Prima mi ricoprivano i complimenti, ora non c’è più nessuno che pensa a me!” concluse tristemente il camino.
“Ma io sono grata di quello che continui a fare per me, solo che anch’io sono vecchia e sola e delle volte mi pesa anche accenderti!” risposi.
“No, tu non devi essere triste, ci sono io con te e non ti lascerò mai. Di una cosa ti prego: non far sì che la fiamma che accenderai sarà solo il simbolo di un dovere, fai che torni a essere anche un piacere e pensa che il mio lavoro lo svolgo con allegria quindi regalami, se puoi, un sorriso” concluse il camino.
Da qual giorno in cui il saggio camino mi fece le sue rimostranze, tornai a sorridere e non mi pesò più la solitudine e imparai da questo dialogo che delle volte accompagnare un gesto con una parola sentita, che proviene dritta dal cuore, è importante non tanto per chi lo fa, ma per chi lo riceve.