Dovrò attendere un altro anno prima d’incontrarla nuovamente…ce lo siamo confidate proprio ieri sera: il gioco di Mila e Pila funziona bene solo se siamo noi due, tra queste colline.
L’unico pensiero che mi consola è che la nonna mi ha promesso di venirmi a trovare, durante l’anno che è appena iniziato.
Certo, non sarà la stessa cosa che stare qui, davanti al camino, ma comunque l’importante è non dover attendere un altro anno prima di poterla riabbracciare nuovamente.
Intanto sono qui, in piedi davanti alla finestra aperta, e guardo le stelle…le stelle…sembra così strano che possano essere le stesse che ci sono anche a Chicago.
Non mi è mancata per niente la mia nuova città adottiva e nonostante mio padre e mia madre non hanno perso occasione di dirmi, ogniqualvolta ci siamo sentiti, durante queste settimane per telefono, quanto fosse spettacolare il Lago Michigan ghiacciato, io non ne ho sentito la nostalgia.
Si può sentire nostalgia di qualcosa che non si ama?
Credo proprio di no.
Possiamo avvertire la mancanza di ciò che sentiamo parte di noi, e questa lontananza ci può condurre per mano quasi fino a un dolore fisico, come quello che provo tutte le sere quando a farmi compagnia, dalla grande vetrata del soggiorno della nostra casa di Chicago, sono quelle centinaia di luci che corrispondono ciascuno a una stanza, a una persona, a una vita, costretta a muoversi tra metropolitane e traffico impazzito.