Ci sono nomi che evocano, al solo pronunciarli, un’arte così unica da creare un binomio inscindibile: è il caso di Murano, universalmente nota per le sue creazioni artigianali.
Si narra come questo legame così forte tra l’isola nella laguna di Venezia e il vetro, affondi le sue radici già in epoca pre-romana. anche se lo sviluppo dell’arte vetraia, così come la si conosce ancora oggi, avviene, però, nel Medioevo, quando il genio artistico dei Maestri, unito all’uso del vetro sodico noto agli Orientali, darà vita a creazioni uniche.
Dalla città di Venezia i Maestri vetrai si trasferiscono, successivamente, sull’isola di Murano, anche per una decisione della Repubblica Veneziana di spostare, per motivi di sicurezza, le botteghe dalla città lagunare alla vicina isola.
E se le materie prime continuano a giungere dal lontano Oriente, è l’eccelsa bravura dei Maestri a rendere Murano sinonimo di un’arte che viene sempre più richiesta anche nelle corti rinascimentali, le quali si abbelliscono di opere eccelse.
La caduta delle Repubblica di Venezia segna una battuta d’arresto per l’arte vetraria muranese, a causa di due eventi storici: l’abolizione delle Corporazioni artigianali, come conseguenza di una decisione presa da Napoleone Bonaparte, e la concorrenza dei vetri provenienti dalla Boemia e dalla Carinzia.
Ma la passione è più forte di tutto e così, a metà del 1800, l’attività artigianale che non aveva mai del tutto smesso, riprende con nuovo slancio, offrendo al mondo la novità del vetro filigranato.
Quando il Veneto viene poi annesso al Regno d’Italia, l’arte ritorna agli antichi splendori, e il vetro muranese diventa il simbolo di passione, tenacia, professionalità.
La stessa passione, tenacia e professionalità, tramandata di generazione in generazione, caratterizza una delle vetrerie di Murano, quella di Reno Schiavon, il quale, sul finire degli anni novanta del secolo scorso, ha trasformato l’antico stabilimento della sua famiglia in un centro dove si può imparare l’ arte vetraia.
Molti artisti, infatti, sono usciti proprio dalla fucina di Reno Schiavon, la cui ditta nasce da una lunga tradizione familiare. La passione per il vetro è stata tramandata di padre in figlio fino ad oggi, come ci dice la figlia di Reno, la signora Giorgia, la quale ci ha fatto visitare il loro atelier dove, accanto ai pregiati lampadari e agli elementi d’arredo esportati in tutto il mondo, vi sono delle vere e proprie opere d’arte, davanti alle quali l’anima si emoziona, si commuove.
“ I nostri prodotti– racconta Giorgia – nascono innanzitutto da un’idea che poi viene trasferita su carta realizzando uno schizzo. Successivamente il maestro prepara, in base al progetto, una composizione dalla quale partire utilizzando piccoli pezzi di vetro colorato, per lo più canne e murrine anch’esse da noi prodotte, che poi verrà fatta fondere. Da qui, l’Artista otterrà una massa la quale sarà lavorata fino ad ottenere l’opera finale, sia esso un vaso, una scultura, un parte di lampadario o un oggetto per la tavola”.
Quello che colpisce il visitatore della fornace, dove si può vedere all’opera l’artista, è il modo in cui lavora il vetro, la veloce sequenza di gesti, accurati, sicuri e precisi che danno poi vita all’oggetto: ”Per quanto riguarda la tempistica- dice Giorgia– il Maestro vetraio necessita di circa un’ora e mezza per ottenere l’oggetto grezzo. Poi ci sono altri processi ai quali il pezzo è sottoposto, tipo la fase di assestamento all’interno della tempera ed il passaggio nel nostro reparto chiamato “moleria”, dove il pezzo viene successivamente rifinito dalla figura del “molatore”, appunto”.
Diventare un artista del vetro richiede doti non comuni, come ci conferma Giorgia:” Un Maestro vetraio deve avere sicuramente molta fantasia, creatività, manualità e destrezza nel maneggiare una materia così particolare ed affascinante”.
La giornata- tipo del Maestro vetraio: “ Inizia presto al mattino-svela Giorgia-. La prima cosa alla quale si dedica è il controllo degli strumenti, i quali, durante la lavorazione, devono essere tutti al loro posto per garantire uno svolgimento veloce e preciso della lavorazione, il tempismo e la precisione sono, infatti, essenziali . Poi passa al controllo della scaletta giornaliera di produzione e verifica che le composizioni di base siano pronte e fedeli agli schizzi realizzati. Eseguiti tutti i controlli, il Maestro può mettersi all’opera”.
E quando il vetro prende forma e colore, trasformandosi in oggetti d’arte talmente belli da togliere il fiato, ci si rende conto di quanto possa la maestria dell’uomo, quando è unita ad una passione che ha saputo attraversare i secoli.
Alessandra Fiorilli
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