Quanti di noi, a fine giornata, prima che le nostre vite fossero sconvolte da questa tragedia, esclamavano: “Oggi è stato come ieri! Non è successo niente di particolare! Le solite cose!”.
Ecco, credo che in futuro sarà una frase che non ripeteremo tanto spesso, perché ognuno di noi ormai ha capito l’importanza di ogni singolo giorno, di ogni singolo minuto che trascorriamo in serenità e libertà.
A questo proposito, lascio parlare al mio posto, una metafora, che viene usata dagli psicologi per formare gruppi di lavoro.
La lessi per la prima volta sedici anni fa, su un libro sul quale stavo preparando il mio ultimo esame universitario. Spero che vi faccia riflettere ed emozionare.
Buona lettura.
Dottoressa Lorenza Fiorilli, Psicologa
Il paese dei giorni
C’era una volta il paese dei giorni. Lì abitano tutti i giorni che sono già accaduti e quelli che verranno. In questo paese abita una famiglia nobile, che ha dato i natali a tanti giorni importanti della storia dell’uomo: il giorno della scoperta del fuoco, quello della ruota, dell’America, quello della rivoluzione francese, quello della carta dei diritti dell’uomo, un altro ancora della liberazione.
Ora questa famiglia sta aspettando un nuovo giorno e c’è molta trepidazione. Tutti sperano che questo nuovo giorno diventi famoso come gli altri parenti: ma questo lo potranno sapere con certezza solo dopo alcuni anni.
Così il nuovo nato arriva sulla terra e comincia il suo giro esplorativo. E come ogni neonato è curioso, pronto a scoprire tutte le cose belle, nuove, creative che ci sono in questo giorno, unico nella storia del mondo, che non c’è mai stato prima e non ci sarà mai più. E’ affascinato da tutto ciò che vede, dalle semplici cose quotidiane che accadono in ogni famiglia. Al nuovo giorno tutto sembra meraviglioso, straordinario e non vede l’ora di poter raccontare ai suoi genitori, e a tutta la sua numerosa famiglia riunita, tutte le cose che ha visto. Arriva la notte fonda e lui sa che il suo giorno è finito e che un altro giorno sta per nascere.
Allora discretamente si allontana e torna nel paese dei giorni.
Appena arrivato a casa i genitori e i familiari riuniti gli chiedono di raccontare cosa ha fatto o visto accadere. E lui racconta di colazioni consumate in famiglia, di genitori che sia amano, di giardini con nonni e nipotini, di mamme che generano figli, di feste di compleanno, di matrimoni tra giovani amanti.
E si accorge che i genitori pongono domande strane a cui non sa bene come rispondere. Gli chiedono se si è sposato qualche re, se è stato assegnato un qualche premio nobel, se qualche sportivo ha raggiunto un nuovo record, se qualche scienziato ha scoperto qualcosa di sconvolgente e lui che ha girato per tutta la terra sa che non è successo niente di tutto questo.
Allora i fratelli e i cugini cominciano a chiedergli se è successo almeno qualche disastro ferroviario o aereo, qualche catastrofe naturale, qualche nubifragio o terremoto. Ma il nuovo giorno continua a dire no, niente di tutto questo. Tutto quello che ha fatto o visto accadere l’ha già raccontato. I genitori e tutta la famiglia sono molto delusi da questo nuovo rampollo, e temono che non verrà ricordato dalla storia dell’uomo.
Eppure il bambino sa in cuor suo che invece è stato un giorno straordinario, unico. Lui sa di avere tanti ricordi teneri, fatti di semplicità e affetto che nessuno potrà portargli via.
Finalmente, dopo un po’ di tempo, arriva la tanto attesa lettera, quella che informa sull’importanza riconosciuta dagli esperti a quel giorno. Sulla lettera vi è la prova scritta e la famiglia potrà verificare se questo figlio è degno del casato o se ne sarà il disonore.
Sono tutti riuniti e con molta trepidazione aprono lentamente la busta per leggere velocemente che il giorno del loro ultimo nato è stato eletto “giorno della pace universale”.
Il fatto che in quel giorno non fosse successo niente di particolare, nessun grande avvenimento, e soprattutto nessuna disgrazia, lo aveva reso davvero straordinario.
(Brano tratto da “I porcospini di Schopenhauer”, di Consuelo Casula. Edizioni Franco Angeli).