Coinvolti a tal punto dal gioco delle carte da non voler rimandare nemmeno la partita al dopo pranzo, qualcuno pensò tra sé e sé: “Dovranno pure mangiare qualcosa”.
Ma questi “ligi giocatori” non volevano proprio lasciare il proprio posto attorno al tavolo da gioco per sedersi attorno a quello di una cucina o di una sala da pranzo… sarebbe stato, quindi, necessario portare loro qualcosa di stuzzicante, goloso da mangiare e al tempo stesso facile da prendere e da gustare senza sporcarsi: e così nacque, come vuole la storia, il Pan Canasta.
Negli anni ’80 e ’90 del secolo scorso era considerato il re degli antipasti: servito insieme agli immancabili voulevant ripieni e all’insalata russa, non poteva certo mancare come preludio ad una cena “all’ impiedi”, come era di moda sul finire del XX secolo, magari accompagnato da un bicchiere di spumante.
Poi, il lento declino. ma negli ultimi decenni, grazie agli ormai numerosi programmi televisivi di cucina che l’hanno rilanciato, sta vivendo un nuovo “momento di gloria”.
Per alcuni è il “panettone gastronomico” che si differenzia dal suo fratello dolce e protagonista della tavola di Natale, per il fatto di essere un prodotto lievitato sì, ma salato, pronto ad accogliere al suo interno salumi, formaggi, sottolio, carote tagliate alla julienne, insalata, ma anche uova sode, salsa tonnata, maionese, ma la fantasia e il gusto può fare il resto: c’è chi non disdegna farcirlo con il pregiato tartufo o in versione vegetariana, puntando su verdure, sottaceti, olive e salse.
Tagliato trasversalmente per essere poi imbottito a piacimento, appunto, di solito sulla sua cupola svettano spesso bandierine di carta multicolori, come quelle che si è soliti vedere nei bicchieri estivi di bibite ghiacciate.
La soddisfazione maggiore la si ha quando viene preparato in casa, con farina di manitoba e 00, latte, uova, lievito di birra, sale.
Il classico formato è quello simile al panettone, ma non mancano anche i mini Pan Canasta, ideali specie per le feste tra bambini.
E così questo prodotto rustico, noto anche come Pan brioche, per la sua morbidezza, ha lasciato i fumosi tavoli da gioco per lanciarsi e reinventarsi con gusto, strizzando sempre l’occhio ad una golosità semplice, veloce e di fronte alla quale difficilmente si può declinare l’invito.
Alessandra Fiorilli