Courmayeur, noto centro turistico a circa 30 chilometri da Aosta, vanta tre primati: è l’ultimo comune in territorio italiano, il più ad occidente della Valle d’Aosta e l’unico che confina con due nazioni, la Francia e la Svizzera.
Ad unirla con i cugini d’oltralpe è il traforo del Monte Bianco, lungo quasi 12 chilometri, superato il quale, ci si trova nella cittadina di Chamonix.
Il legame che ha con il comune “gemello” in terra francese, nasce nel XVIII secolo, quando gli esploratori furono richiamati dal grande fascino di scalare la vetta più alta d’Europa, il Monte Bianco, ai piedi del quale giace, sul versante francese Chamonix, e su quello italiano, Courmayeur.
I due comuni alpini diventano, in pochissimi anni, i centri più noti ed apprezzati dall’alpinismo mondiale.
Il clima alpino, con le sue estati fresche e gli inverni nevosi, rendono Courmayeur un centro turistico ambito da molti, anche se nel comune valdostano l’affluenza dei primi villeggianti si registrò nel secolo XVII perché richiamati dalle fonti di acqua solforosa.
La vicinanza con la prima Capitale d’Italia, Torino, che dista da Courmayeur poco più di 140 chilometri, la rese una delle mete preferite di Casa Savoia per i loro soggiorni alpini e, con l’avvento di un turismo non più solo d’elite, il comune valdostano è diventato, a partire dal XX secolo, una delle più apprezzate stazioni sciistiche alpine.
La volontà di far conoscere le bellezze mozzafiato delle nostre montagne e di promuovere l’attività alpinistica, ha spinto, nel 1850, alcuni cultori della montagna a costituire la Società Guide Alpine, che oggi si trova sulla Strada del Villair, di fronte la Chiesa principale, la Parrocchia di San Pantaleone, il quale è il patrono della cittadina.
Proprio nel caratteristico edificio della Società Guide Alpine, oggi è ospitato il Museo “Duca degli Abruzzi”, dove sono esposte foto ed oggetti di chi l’alta montagna l’ha vissuta, amata, assaporata, conquistata, metro per metro.
Courmayeur si sveglia ogni mattino e va a dormire ogni sera con, negli occhi, le Alpi che la circondano come un abbraccio e lo strettissimo rapporto con l’alta montagna lo rivela il nome stesso di Courmayeur che sembrerebbe derivare, secondo l’Abbé Henry, nel volume “Histoire Populaire de la Vallee d’Aoste”, dal latino “culmen majus”, ovvero “grande cima”, per via della notevolissima vicinanza al Monte Bianco.
Proprio dalla Piazza Abbé Henry si gode di un panorama spettacolare sulla vallata e sui monti circostanti.
Tra gli appuntamenti che celebrano lo stretto rapporto tra Courmayeur con le Alpi, spicca il “Tor des Geants” il “giro dei giganti”, una competizione che si snoda per 34 comuni valdostani, con partenza ed arrivo proprio a Courmayeur.
Il tour, giudicato come uno tra i più duri al mondo, si snoda per 330 chilometri attraverso bellezze uniche come il Parco Nazionale del Gran Paradiso.
Courmayeur è un gioiello alpino da assaporare in ogni suo suggestivo angolo, con i balconi in legno pieni di fiori, le case in pietra, i loro tetti ricoperti da lastre di losa, ottenute da rocce che, per loro stessa natura, sono facilmente divisibili in lastre, appunto.
Courmayeur è le sue strade, dove il tempo sembra voler dire ai turisti: “Fermati, respira l’aria pura e dissetati con l’acqua freddissima e indugia su quanta bellezza ti circonda”.
Alessandra Fiorilli