8 anni fa la decisione di voler donare una rinascita ad Arezzo, la città toscana con gli affreschi di Pier della Francesca, il Crocifisso di Cimabue, la casa del Vasari.
8 anni fa la prima edizione di quella che sarebbe diventato uno degli appuntamenti natalizi tra i più apprezzati nel panorama italiano durante le Festività, con il Mercatino Tirolese in Piazza Grande, il gioco di luci sui palazzi che si affacciano sulla stessa, il Parco cittadino “Prato” addobbato a festa.
8 anni di un appuntamento che ha rilanciato la città natale del Vasari, l’artefice del Palazzo degli Uffizi a Firenze, e l’ha resa simbolo del periodo più magico dell’anno.
8 anni fa la nascita di “Arezzo Città del Natale”.
Un appuntamento, questo, che ha subito il forzato stop solo nel dicembre 2020, l’anno della pandemia: “Siamo ripartiti subito l’anno successivo, con un po’ di timore a causa di tutto quello che avevamo vissuto. Invece l’edizione 2021, anche se più breve del solito, ha registrato un successo inaspettato. Mentre lo scorso anno, sino ad ora, è stato quello della consacrazione della rassegna” ci dice Simone Chierici, Assessore al Turismo nonché Presidente della Fondazione “Arezzo Intour”, ovvero “Il Braccio Operativo della città per quanto attiene al turismo, alla promozione della destinazione e agli appuntamenti che la città offre nel corso dell’anno, non solo a Natale”.
Uno dei simboli di Arezzo, durante le festività più attese dell’anno, è il Mercatino Tirolese : “Un’iniziativa che fu proposta dall’Associazione Commercianti di Arezzo, che organizza e gestisce Piazza Grande in quel periodo, con il patrocinio del Comune. La prima edizione fu prodromica a ciò che poi è diventata “Arezzo città del Natale”; dal mercatino in Piazza Grande, con le tipiche casette in legno dove si potevano degustare specialità tirolesi o acquistare prodotti tipici del Tirolo si è passati poi alla rassegna odierna. Ancora oggi, il mercatino nella piazza principale e più pittoresca della città, è organizzato da Confcommercio”.
Dalla Fondazione Arezzo InTour sono invece gestite le attrazioni che animano “Il Prato”, ovvero il più grande parco cittadino che, dall’alto, domina la città: “Qui si trovano gli stand che offrono prodotti enogastronomici e dell’artigianato prevalentemente locali”.
Sempre sul Prato si trovano installazioni a led che, dal tramonto, si sposano in un tripudio di luci, con la ruota panoramica:”Non solo una delle attrazioni più apprezzate, ma il simbolo della rassegna stessa. Il Prato, infatti è il punto più alto della città, quindi immaginiamo lo spettacolo che regala la ruota dai suoi circa 30 metri d’altezza, specie dall’imbrunire, quando si assiste al gioco di luci da quel punto di vista privilegiato”.
Un’organizzazione, quella di “Arezzo Città del Natale” che inizia appena si archivia l’edizione dell’anno in corso :” Si inizia a pianificare il tutto già nel mese di febbraio e in quello di settembre ci si attiva per l’affitto delle casette al Prato, dove è sempre nostra intenzione offrire la qualità e la sapienza artigianale del nostro territorio.”
Oltre all’allestimento che si trova al Prato, un altro simbolo della città nel periodo natalizio è il mapping sui palazzi che si affacciano su Piazza Grande: “Quest’anno ci sarà una novità: il gioco di luci avverrà anche sul bosco della Fortezza che si affaccia proprio sul Prato”.
Un programma vastissimo, quello dell’edizione 2023 che: “Inizierà sabato 18 Novembre e terminerà il 7 Gennaio”.
Le attrazioni che animeranno le vie e le piazze della città del Vasari sono, come sempre: “In itinere, perché molto dipende anche dalle condizioni atmosferiche che nel tempo ci hanno costretto a modificare i programmi”
Con un pizzico di sano orgoglio aretino, l’Assessore Chierici ci tiene a sottolineare la presenza degli Sbandieratori della Città di Arezzo:” Le loro esibizioni lasciano sempre tutti a bocca aperta: non è un caso che siano considerati i più bravi di tutta Italia” e del Gruppo Musici della Giostra “Anch’essi particolarmente apprezzati nelle loro uscite in centro, sia dai turisti che dagli stessi aretini che si riconoscono nel suono delle loro chiarine”.
“Arezzo Città del Natale” si conferma essere un appuntamento al quale decine e decine di migliaia di persone non vogliono mancare:” Nell’edizione scorsa le strutture ricettive del Comune di Arezzo hanno registrato, nel periodo natalizio, circa 70000 presenze, alle quali si vanno ad aggiungere coloro i quali hanno trascorso nella nostra città solo una giornata e coloro che hanno soggiornato in camper. Quindi possiamo affermare, con approssimazione forse in difetto, che ad Arezzo nel periodo tra fine Novembre, Dicembre ed inizi di Gennaio siano arrivati circa 100000 persone. L’edizione scorsa, quella del 2022, è andata ben oltre le più rosee aspettative. E’ una grande soddisfazione per tutta la città, per le istituzioni locali e per la Fondazione che presiedo. Ma il successo di un’edizione ci fa alzare ancora di più l’asticella per quella dell’anno successivo”.
La soddisfazione più grande: ”E’ comunque quella di essere riusciti a far conoscere e a far apprezzare Arezzo anche quando Natale è archiviato, con tutte le sue luci. Possiamo affermare che “Arezzo Città del Natale” è solo la ciliegina sulla torta se consideriamo un dato: nel 2022 le presenze complessive nelle strutture ricettive sono state circa 503000. Se a questo lusinghiero dato andiamo a sottrarre le 70000 presenze del periodo natalizio, ebbene, più di 430000 persone hanno visitato la città durante i restanti mesi dell’anno. La gente sta tornando ad apprezzarla, con nostra grande gioia e soddisfazione”.
Ad Arezzo, inoltre, si svolge, ogni prima domenica del mese e il sabato precedente, la “Fiera dell’Antiquariato” che solitamente si tiene in Piazza Grande ma che, nel periodo natalizio, si sposta in un’altra location: “Anche quest’appuntamento, lo scorso anno, ha registrato il “tutto esaurito” tra novembre ed i primi di gennaio”.
E così, dal 18 Novembre, Arezzo è pronta a cullare i turisti con le sue luci, i suoi sapori, i suoi palazzi, le sue chiese, le sue piazze e la sua storia tutta da scoprire.
Alessandra Fiorilli