Lorenza Fiorilli: curatrice della rubrica di Psicologia per la rivista EmozionAmici

 

Questa sera vi presento un’altra collaboratrice del mio giornale EmozionAmici: la Psicologa Lorenza Fiorilli. Certo…il cognome svela una certa parentela con la sottoscritta…infatti è mia sorella.

Lorenza Fiorilli, Psicologa

Sulla rivista curerà una rubrica di psicologia dove si parlerà degli aspetti della vita di tutti i giorni e delle  interazioni che ciascuno di noi, quotidianamente, stabilisce con l’ambiente circostante.

“Già dall’età di sette anni avevo già chiari quali studi accademici avrei intrapreso: non ho mai avuto dubbi sul fatto di voler diventare Psicologa ed ho cominciato a divorare libri in materia ”, dichiara Lorenza che si laurea in Psicologia presso l’Università di Roma La Sapienza e supera l’Esame di Stato che le consente l’iscrizione all’Albo dell’Ordine Nazionale degli Psicologi.

Le altre passioni di Lorenza: gli animali e la fotografia: “Sono iscritta alla LAV e sin da piccola ho avuto uno spiccato senso di protezione per tutti gli essere viventi. Ovviamente sono vegetariana e sostengo  le campagne della Lega Antivivisezione”.

Con la sua reflex, invece, raccoglie scorci della nostra Italia: “Ma anche tramonti dal nostro terrazzo, come quella foto, da me scattata all’età di 17 anni  che è stata pubblicata sulla rivista “Cosmopolitan” dopo essere stata scelta dal famoso fotografo Angelo Tondini”.

Nel 2008 apre, insieme alla sottoscritta, il Centro di Tutoring Scolastico e Professionale “Atena”  e diventa Segretario dell’Associazione Culturale “Araba Fenice”, da me fondata. Ha preso parte a tutte le rassegne teatrali della suddetta associazione e ha curato  la prefazione di due mie raccolte di storie per bambini “I racconti di Mila  e Pila” e “Mila, Pila e le lettere dell’Alfabeto” di cui la sottoscritta è autrice. Il  ricavato delle vendite dei due libri è andato in beneficenza all’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù” di Roma.

Ha curato una rubrica per il periodico “BCC Nettuno Informa” dal 2009 al 2017.

La passione per la fotografia si è altresì concretizzata in un reportage di scatti che hanno corredato il libro “Dalle vette innevate alle profondità marine: l’Arma dei Carabinieri nei quattro elementi naturali”da me scritto in collaborazione  con il Comando Generale dell’Arma.

Attualmente sta conseguendo un Master in Psicologia Scolastica  e da domani troverete la sua rubrica sul sito della rivista e sulla pagina Facebook  ad essa collegata.

Alessandra Fiorilli

Annamaria Pecchia, protagonista di “Boss in Incognito” ci apre il suo grande cuore…

“Mi hanno detto che il programma da registrare si chiamava “Seconda Chance” …ho creduto che fosse proprio così perché, a dire la verità, dopo la morte di mia madre, di televisione in casa ne vediamo poca…preferiamo andare a letto presto… anche per spegnere quel silenzio assordante”. A parlare è Annamaria Pecchia, reduce dal successo del reality “Boss  in Incognito” che è stato mandato in onda dalla RAI qualche settimana fa e del quale Annamaria è stata l’unica donna protagonista.

 

Annamaria Pecchia (foto da Facebook per gentile concessione di Annamaria Pecchia)

 

Di quest’esperienza televisiva Annamaria ricorderà: “Le persone fantastiche, professionali e, al tempo stesso, dolcissime.  Mi hanno messo subito a mio agio e mi è sembrato di vivere in una favola”.

Ma vediamo come è tutto iniziato: “Come ho già detto, sono stata contattata per questo reality  “Seconda Chance”, nel quale avrei dovuto insegnare i rudimenti del mio lavoro a Fulvio, (che in realtà era il boss della Tekneko in incognito,n.d.r.)  un disoccupato in cerca di una reinserimento nel mondo lavorativo: ero ben contenta di fare ciò perché sono buona e propensa ad aiutare il prossimo”. E Annamaria è proprio come si descrive lei: durante l’intervista ho piacevolmente constatato come la profondità e la bontà che esce dal suo profilo  Facebook sia  reale.

“Ho iniziato il mio lavoro di operatrice ecologica a 28 anni, dopo che avevo fatto un po’ di tutto. Quando mi hanno proposto  questo mestiere ho detto subito di sì, perché sono una temeraria e non mi intimoriva il fatto che mi sarei dovuta alzare prestissimo, specie i primi 14 anni, quando la sveglia suonava alle tre e mezza di mattina e svolgevo il lavoro a Pomezia”

Un lavoro che Annamaria fa con il sorriso sulle labbra, da trent’anni oramai.

Ma per lei è il cuore quello che conta, “I soldi non sono tutto… è quello che ho detto al boss della Tekneko, ditta per la quale lavoro, quando mi ha è stato consegnato l’assegno di 5000 euro. Certo, sono stata felice del gesto, ma riesco a vivere con poco…quello che veramente mi ha emozionato è stato l’abito da danzatrice del ventre che mi hanno consegnato in una scatola tutta infiocchettata”

Annamaria con indosso l’abito da danzatrice del ventre regalatole al termine della trasmissione “Boss in Incognito” (foto da Facebook per gentile concessione di Annamaria Pecchia)

Annamaria Pecchia, infatti, da qualche anno, frequenta una scuola di danza” L’ho vista casualmente un giorno, passando lì davanti, dopo che ero uscita dal cimitero dove è sepolta mia madre…ho deciso di iscrivermi, anche perché sono stata sempre attratta dalle cose orientali”.

E parlando della mamma, i suoi occhi limpidi si riempiono di lacrime, ma poi riprende il suo racconto:

“E’ strano quello che è successo poco prima della scomparsa di mia madre: nonostante spesso si parli poco bene dei Social, mia sorella Alessandra ed io, proprio tramite Facebook, abbiamo incontrato molte persone che sono diventate amiche anche nella vita. E’ come se questa rete di affetti ci avesse preparato alla grande assenza, al tonfo al cuore che gli amici sono stati, poi,  capaci di attutire. Dopo la morte di mamma mia sorella  ed io, che prima conducevano vite separate, abbiamo trovato il modo per stare insieme e divertirci”.

Da sinistra, nella foto, Annamaria e la sorella Alessandra (foto Facebook per gentile concessione di Annamaria Pecchia)

E proprio il suo sorriso è quello che ha colpito anche il “Boss in Incognito”: “La cosa più emozionante è stata quando lui mi ha detto, consegnandomi l’abito, che è orgoglioso di avere un’operaia come me e che sono una principessa anche quando indosso gli abiti da lavoro”.

Annamaria si emoziona quando ricorda ciò, quando ricorda, durante la registrazione dell’incontro con il boss, quel cuore :”Che sembrava uscire dal vestito”, quel cuore che ha sofferto e che soffre ancora per la perdita di un pezzo importante: l’amata mamma, che da lassù sarà orgogliosa di lei, della sua bontà, del suo altruismo, del suo sorriso.

Alessandra Fiorilli

Nicholas Massa: le sue poesie per “EmozionAmici”

Nasce il 25 agosto del 1993 e, con lui, la sua più grande passione: scrivere.

Ecco cosa ci dice Nicholas Massa, un altro collaboratore del mio giornale! Emozionamici”, del suo irrefrenabile desiderio di mettere, nero su bianco, le sue emozioni, le sue idee, i suoi sentimenti, la sua creatività: “Amo l’arte in tutte le sue forme…la poesia dei colori che va fondendosi con la passione del creare qualcosa di nuovo e mai visto. E’  tutta la vita che cerco un modo di volare e penso di essermi avvicinato parecchio con la scrittura”.

Il giovane scrittore Nicholas Massa che avrà una rubrica di poesia sul giornale EmozionAmici

A 24 anni Nicholas vanta già un curriculum di tutto rispetto: due romanzi pubblicati (uno con la Casa Editrice Progetto Cultura) “Riflesso” e l’altro,  “Naufragio e risveglio”, con Amazon. Ha collaborato per il sito FFOnline e sta attualmente prestando la sua opera per il sito internet “Quest News”

Scrive poesie, e saranno proprio queste che potrete leggere sul giornale EmozionAmici.

Oltre alla sua passione per la scrittura, sta portando avanti gli studi di Lingue, Culture, Letterature e Traduzione  presso l’Università “La Sapienza” di Roma.

“Per me scrivere è una sorta di bisogno interno, insito in me. Un qualcosa di terapeutico che riesce a tranquillizzarmi, a darmi un ordine. Non un lavoro o un obbligo, ma qualcosa di mio che esula da qualsivoglia forma di raziocinio o etichetta o pensiero costruito o voglia di comunicare qualcosa. La mia voce, ecco…scrivere è la mia voce”, dichiara Nicholas al quale dò il benvenuto nella mia squadra.

Nella rubrica “L’angolo di Nick” potremo leggere le sue opere: le opere di un giovane appassionato di scrittura e pronto a regalarci emozioni.

Alessandra Fiorilli

 

 

Giulia Di Giacomantonio: l’esperta di moda della rivista “EmozionAmici”

 

Oggi spetta ad un’altra giovanissima collaboratrice della rivista “EmozionAmici” presentarsi ai nostri lettori: la diciannovenne  Giulia Di Giacomantonio.

Giulia Di Giacomantonio

“Mi piace disegnare modelli da sempre e, crescendo, ho scelto un percorso scolastico che potesse offrirmi la possibilità di imparare e di perfezionarmi. Quindi, dopo la Licenza di Scuola Secondaria di Primo Grado,  mi sono iscritta all’I.P.S.C.T.   Colonna Gatti di Nettuno, dove, lo scorso anno scolastico, ho conseguito il Diploma tecnico dell’abbigliamento e  della moda”, dichiara Giulia.

I cartamodelli dell’abito rosso da lei creato
…e il bozzetto

La passione con la quale porta a termine gli studi e la maturità conseguita, è il coronamento di un percorso sognato sin da bambina, quando, rimaneva incantata ad osservare le sue due zie sarte mentre realizzavano un capo.

Attualmente frequenta la Scuola Moda e Arte, Le Grand Chic”  e il sogno che culla è quello di poter firmare un’intera collezione tutta sua.

Di seguito le sue esperienze curriculari: “Dal 2015 al 2017 ho avuto la possibilità di fare uno stage presso l’Atelier “Nuptiae di Sposa” di Nettuno,  dove ho avuto  il piacere di osservare più da vicino il mondo dell’Alta Moda. Successivamente, sono stata chiamata dalla stessa stilista a partecipare come aiutante alla sua sfilata”.

Per la rivista “EmozionAmici” Giulia ripercorrerà la storia della moda italiana, attraverso i suoi bozzetti che ricreeranno   lo spirito di ogni epoca,  ma non mancheranno le sue creazioni originali.

Nel frattempo, possiamo gustare la sua maestria, ammirando dell’abito rosso da lei realizzato a conclusione del suo percorso scolastico e la blusa in bianco e nero che vediamo indossata da lei nella foto.

L’abito rosso da lei realizzato
Un particolare dell’abito
Giulia che indossa la blusa da lei realizzata

Da domani potremo leggere la sua rubrica e, grazie alla sua bravura,  fare un tuffo nel passato dell’eleganza italiana, con uno sguardo al futuro, lo stesso futuro che auguriamo a Giulia ricco di soddisfazioni personali e professionali.

Alessandra Fiorilli

Iolanda Bellobono:  “Quel giorno in cui andai ad imparare il mestiere di sarta…”

Iolanda Bellobono, oltre ad essere una nettunese DOC, innamorata del suo paese natale, è anche una donna strepitosamente simpatica, diretta, con una spirito vivace che la porta a voler conoscere e ad ampliare le proprie conoscenze. L’aspetto che più colpisce di lei è l’energia, ma anche l’amore, con il quale custodisce i ricordi più cari, legati alla sua infanzia trascorsa a Piazza Segneri, alla sua adolescenza da fidanzatina, a quei baci rubati alla Marciaronda, ai suoi amati genitori, in maniera particolare al papà Silvestro. E questi stessi ricordi meritano un posto speciale sul mio giornale, perché sono palpiti di cuore ed emozioni che riaffiorano.

Iolanda Bellobono

“Quando si terminava la quinta elementare non tutte avrebbero continuato gli studi, ma erano tempi, quelli della mia infanzia ed adolescenza, dove non c’era posto per l’ozio e, quindi, si andava ad imparare un mestiere e quello più in voga tra le ragazze era quello di sarta”– racconta Iolanda, la quale così continua “terminate le scuole, andai anche io da una sarta che  stava vicino,  a Piazza Colonna, così avevo modo, poi, di tornare a casa e preparare il pranzo ai miei fratelli e alle mie sorelle. I miei genitori, infatti, lavoravano tutti i giorni in campagna e quindi io, essendo la più grande, dovevo accudirli quando non erano in casa”.

Uno dei cartamodelli che conserva ancora gelosamente

I ricordi di Iolanda sono talmente vividi e ricchi di un amore mai sopito, che sembrano venirti incontro e prenderti per mano. E sembra di rivedere le giovani ragazze nettunesi recarsi di buon’ora presso l’abitazione della sarta per poi uscire insieme, a giornata terminata, sottobraccio, scambiandosi  confidenze sui primi amori e sui sogni di giovani donne.

Con tanta umiltà e voglia di imparare, si iniziava: “Con i punti lenti per fare il modello, con i sovrammani, perché ancora non si usavano molto le macchine da cucire, e i sottopunti, che non dovevano vedersi”.

Dalla sarta si andava in occasioni speciali, come il matrimonio, la comunione. ma non di rado si chiedeva di: “Rigirare un cappotto, utilizzando, così, la stoffa per creare altri indumenti, magari per i propri figli”.

Iolanda si appassiona facilmente a questo mestiere: “Mi piaceva molto cucire, mi diplomai anche alla Scuola di Taglio, di cui ho ancora l’attestato incorniciato” e anche qui si affaccia il ricordo tanto caro di papà Silvestro: “Nel 1966, quando cominciai ad esercitare il mestiere di sarta, mio padre mi regalò un paio di forbici tutte mie ed una calamita che serviva a raccogliere in terra gli eventuali spilli caduti.  E decise persino di affittare una casa, lui che ne aveva una di proprietà a Piazza Segneri, per offrirmi la possibilità di avere una stanza tutta mia, dove poter lavorare come sarta e  far provare gli abiti alle clienti. Ero brava, soprattutto a realizzare  le minigonne che andavano tanto di moda in quegli anni. Ma la soddisfazione più grande è stata quella di cucire i vestiti da sposa per le mie due sorelle, Luciana e Letizia”.

Le prime forbici regalatele dal padre e la calamita…
L’abito da sposa realizzato da Iolanda per la sorella Luciana
…e quello per la sorella Letizia

E ancora oggi, davanti alle sue creazioni, non può fare a meno  di emozionarsi, proprio come me, dopo aver raccolto questa testimonianza che, attraverso il tempo è giunta fino a noi.

Alessandra Fiorilli

 

Vi presento Alessandro Vellucci, curatore della rubrica di cucina per “EmozionAmici”

Oggi vi presento uno dei collaboratori del mio giornale on line, “EmozionAmici”: il giovane Alessandro Vellucci, classe 1999.

Alessandro Vellucci a bordo della nave “MSC Meraviglia” dove ha partecipato a “Masterchef at Sea”

Studente promettente, decide, dopo la Licenza di Scuola Secondaria di Primo Grado, di coltivare la sua passione: la cucina.

Si iscrive, così, all’I.P.S.S.A.R. “Ugo Tognazzi” e, successivamente, si trasferisce all’Istituto Alberghiero   “Marco Gavio Apicio” di Anzio, dove ha modo di imparare, prima, e di affinare, poi, la sua arte.

Chiedo ad Alessandro di presentarsi: “Sono energico, dotato di creatività, nutro passione per il cibo in tutte le sue forme, dalla preparazione all’impiattamento. Le cucine intense e frenetiche non mi intimidiscono, anzi, è proprio in quei contesti che riesco a dare il meglio di me.”

Ormai prossimo alla Maturità,  vanta esperienze professionali di tutto rispetto: nel 2016 è Aiuto Cuoco presso “Guidoristorante” (1 Stella Michelin),  ad Alba (Cuneo),  nel 2017 è  al Ristorante “Dar Marinaro”, ad Anzio, poi in due locali  “Il Convivio Troiani” e il “Tordomatto”, entrambi a Roma con 1 Stella Michelin.  Nel corso di queste esperienze presso ristoranti così prestigiosi, Alessandro avrà modo di imparare, come lui stesso dichiara: ”Tecniche innovative all’avanguardia della nuova cucina gourmet, le basi della pasticceria,  ma anche le tradizioni della cucina di mare, tipica delle nostre zone”.

La “variazione di cheesecake” dall’estro di Alessandro Vellucci che ne parlerà nella sua rubrica di cucina

Molti le competizioni alle quali ha partecipato, tra queste: l’ 8° concorso gastronomico “ La cucina regionale rivisitata in chiave moderna”, le preselezioni per il 1° campionato tra gli istituti alberghieri del Lazio 2017-2018, dove si è classificato 1°, “Masterchef at sea”,   sulla nave “MSG Meraviglia”. Molte anche le partecipazioni ad eventi che si sono svolti nel nostro territorio, tra questi spicca lo stand gastronomico anni ’40, in occasione dello Sbarco Alleato del 22 gennaio scorso.

Alessandro Vellucci nel suo “regno”: la cucina

 

La collaborazione con il mio giornale “EmozionAmici” lo vedrà protagonista in cucina, con le sue ricette, ma anche dispensatore di consigli per piatti veloci o della cosiddetta “cucina povera”.

…ancora al lavoro in cucina…

Dalla prossima settimana partirà la sua rubrica che, spero, incontrerà il vostro favore.

Fiera di lui, fiera di un giovane talentuoso, appassionato del suo lavoro e che, ne sono certa, arricchirà le pagine di questo nostro giornale on line.

 

Alessandra Fiorilli

I nostri vecchi quaderni

Uno a righe, per i temi, i riassunti e le poesie, l’altro a quadretti per la matematica e la geometria.

Le copertine dei quaderni  anni ’80 del secolo scorso, sarebbero diventati un trionfo di colori, con sopra rappresentati i protagonisti dei cartoni animati che ci traghettavano, dolcemente, nel pomeriggio inoltrato. Nulla più ricordava quelle monocromo e persino nere dei decenni passati.

La copertina di un quaderno raffigurante Remì, protagonista di un cartone animato anni ’80; foto di Alessandra Fiorilli
…Spank, uno dei “miti” degli anni ’80, raffigurato sulla copertina di un quaderno; foto di Alessandra Fiorilli
Da sinistra: un quaderno scolastico “storico”: quello enciclopedico de “Il Milione”, e a destra, uno raffigurante  “Braccio di Ferro”; foto di Alessandra Fiorilli

In prima pagina, c’era da scrivere solo il nome, il cognome, la classe, la sezione e la materia: nessun indirizzo mail, nickname, nome utente Facebook o Instagram.

Immancabile, sul retro del quaderno, la famosa tavola pitagorica con le tabelline dall’ 1 al 9, o talvolta anche al 12, dalla quale, spesso, si strappava l’angolo per scrivere i famosi “bigliettini” che ci si passava di banco in banco.

La famosa tavola pitagorica nella penultima pagina dei quaderni

I più precisi mettevano la foderina di plastica con due lembi interni anche ai quaderni, quegli stessi quaderni che i genitori e i nonni chiedevano di sfogliare per accertarsi del voto che la maestra aveva assegnato ai compiti svolti.

 

E tutto era parte di un mondo che oggi, al solo pensarci, sembra così lontano…

Alessandra Fiorilli

 

Napoli e il suo tramonto…

Il tramonto a mare…un momento in cui la nostalgia del sole che sta andando via si fonde perfettamente con la speranza del nuovo che sta per arrivare.

Il cielo arrossisce perché pensa alle ore trascorse con il sole e noi ci emozioniamo con lui.

Queste foto sono state scattate sul lungomare Caracciolo a Napoli, in un sabato pomeriggio brulicante di gente.

Il lento scomparire del sole dietro la collina di Posillipo, nello scatto di Lorenza Fiorilli

Il lungomare del capoluogo campano è un abbraccio nel quale cittadini e turisti si abbandonano volentieri: Posillipo, Mergellina,  il Vomero che tutto domina dall’alto, e Castel dell’Ovo, la fortezza collegata da un ponticello alla terraferma.

E quando il cielo ha cominciato a dare spettacolo di sé la gente non può  fare a meno di fermarsi a guardare…

“Sono 40 anni che abito a Napoli e il sabato, quando il tempo lo permette, non me ne perdo mai uno …non so perché ma in quell’istante percepisco tutta la forza della natura e il rispetto che dovremmo portarle”, dichiara Luisa, mentre il nipotino che ha in braccio indica stupefatto, con le manine, questo arrossire del cielo.

“Il tramonto mi ammanta il cuore di nostalgia– dice invece Maurizio, che sta trascorrendo il fine settimana a Napoli con la moglie- davanti a questo spettacolo, mi viene sempre in mente mio padre, con il quale amavo vedere i tramonti dal lungomare della mia città natale ”.

Il cielo sopra Napoli che arrossisce, in uno scatto di Lorenza Fiorilli

Poi ci sono loro, gli adolescenti innamorati che si immortalano, con un selfie, in questa cornice incantevole, postando la foto sui Social.

E mentre siamo tutti lì, a guardare la perfetta fusione del mare, del cielo, della terra, penso agli emigranti che hanno lasciato la loro Napoli per andare oltreoceano e così mi sovvengono le parole della canzone “Lacreme napulitane”:  “E nce ne costa lacreme st’America a nuje, napulitane! Pe nuje ca ce chiagnimmo ‘o cielo è Napule, comm’è amaro ‘stu ppane!”

E mentre il mio pensiero vola alle città americane dove i nostri connazionali non potevano più assistere allo spettacolo del tramonto…noi, invece, abbiamo la fortuna di stare li, per  salutare il sole e donarlo ai nostri simili che vivono nell’altro emisfero.

Alessandra Fiorilli