“Flan parisienne”: quando la pasticceria francese incontra la storia…

 

 

Ciao, cari lettori di EmozionAmici!  Vi scrive il vostro Alessandro, sempre da Parig, città dalla quale sto inviando questi miei “reportage” gastronomici, scritti dopo aver assaggiato personalmente le tipicità d’Oltralpe.  Dopo aver visto la “mille feuille”, oggi vi parlerò di un altro dolce, poiché la Francia è famosa soprattutto per la pasticceria. Si tratta di una ricetta tradizionale: “flan parisienne”. La preparazione  è estremamente facile, infatti  è una crema pasticcera cotta su una base di pasta sfoglia o brisee con sopra una crosticina croccante ricavata dalla zucchero a contatto con il calore. Questo dolce unisce due nazioni:  l’Inghilterra e la Francia,  perché le sue prime tracce risalgono al lontano 1399, durante il banchetto organizzato in occasione dell’ incoronazione di Enrico IV d’Inghilterra. Questa variante esiste in tutto il mondo, anche in Portogallo e in Cina, dove la si trova in formato monoporzione, mentre in Francia e in Inghilterra viene presentata come torta che è poi divisa in fette, il cui costo è alla portata di tutti: 2,80 euro.

“Flan parisienne” nella foto di Alessandro Vellucci

Le cose migliore si scoprono nei mercatini e, soprattutto, nella periferia di Parigi, una città ricca di multietnicità.

Le prossime volte andremo in giro per le vie gastronomiche di Parigi.

A presto…il vostro

Alessandro Vellucci

 

Cronache di pasticceria francese: da Parigi parliamo del dolce “Mille feuille”

Ciao a tutti carissimi lettori, vi parla il vostro Alessandro direttamente da Parigi e nel suo giorno di riposo dal lavoro.

La “mille feuille”, anche conosciuta come “napoleon”…nella foto di Alessandro Vellucci

 

Oggi il protagonista della mia rubrica per “EmozionAmici” è un dolce che qui in Francia è un emblema e che  Italia è uno dei dolci più richiesti  e talmente diffuso nella nostra nazione,  da essere  in molti a pensare che sia tipico della nostra penisola. In realtà, la provenienza esatta di questo dolce è sconosciuta, anche se si hanno i primi cenni scritti proprio in Francia. Il suo nome è “mille foglie” in Italia e ” mille-feuille o napoleon”  nella terra d’oltralpe: è un dolce che si compone di tre fragranti strati di pasta sfoglia con un ripieno di crema pasticcera e  con una glassa di cioccolato. Anche nel modo in cui viene servito è diverso, se ci pensiamo bene, in Italia viene preparato soprattutto come torta per feste e ricorrenze varie come compleanni e matrimoni,  mentre in Francia  è diffusissimo in formato monoporzione, dalle dimensioni di un lingottino. Il gusto è paradisiaco e, per quanto mi riguarda,  rientra nella classifica dei cibi più nostalgici della mia infanzia. Le varianti sono infinite, così come il ripieno che può essere  di  cioccolato, di frutta secca, di fragole…

Parigi mi ha stupito sia per il cibo che, ovviamente, per i monumenti… ora capisco perché la chiamano la città degli innamorati: anche  se non ti innamori di una ragazza, ti innamori della “mille foglie”.

Un saluto e un bacione dal vostro Alessandro … da Parigi vi aggiornerò… a presto.

Alessandro Vellucci

 

Scriverò da Parigi…

Salve a tutti i lettori!  Sono ritornato dopo tanto tempo, tra gli esami ed altri impegni, ed  è stato, quindi, per me,  impossibile scrivere delle ricette. Anche oggi non ve ne offrirò una, ma è l’occasione per dirvi che riprenderò presto la mia attività scrivendo, stavolta,  da Parigi, dove mi sono trasferito per lavoro,  e non più dalla mia città, Nettuno. È giunto il momento di conoscere il mondo, nuovi posti, nuove persone, stringere nuove amicizie e cambiare mentalità.

Alessandro Vellucci

Quindi inizierò a raccontarvi cosa può offrire la Francia dal punto di vista gastronomico: quindi ricette, street food e drink particolari.

In sostanza un viaggio e un percorso nella Parigi caotica, ma mozzafiato.

Detto questo, vi saluto e ci sentiamo tra pochi giorni.

Un saluto dal vostro Alessandro Vellucci.

 

Consistenze…

Cari lettori, eccomi tornato alla “normalità” con una ricetta povera di grassi saturi ma gustosissima!

É classificato come un antipasto…perché l’ho chiamato consistenze?!

Bene, ogni volta che cucino voglio trasmettere delle emozioni alle persone che mangiano il mio piatto attraverso,in questo caso, varie consistenze preparate con la stessa materia prima e poi, parliamoci chiaro…se non si mette un pizzico di sana follia e tanta passione in quello che si fa, si sta semplicemente preparando del cibo, quindi ho deciso di prendere due elementi, in questo caso, delle zucchine romanesche a “kilometro 0” direttamente dal mio orto e del merluzzo.

Ho preparato la zucchina in vari modi:

1) una cotta al vapore aggiungendo solo del sale grosso e del pepe a fine cottura (poiché se la zucchina é di alta qualità non ha bisogno di condimenti extra)

2) un altra,l’ho fatta stracuocere per creare una salsa bella liscia e setosa.

3)l’ho saltata in padella per 2 minuti a fiamma alta

4)infine con un’ altra zucchina ho ricavato dei veli per realizzare l’involucro del mio “cannolo vegetale”

Dopo aver eseguito tutti questi passaggi, ci dedichiamo al merluzzo. Semplicemente si fa bollire in una pentola con latte,sedano,carota,cipolla,chiodi di garofano e noce moscata. Dopo averlo cotto si mette in una planetaria e si “monta” aggiungendo a filo un po’ di liquido di cottura e del buonissimo olio extravergine d’oliva e otterremo una farcia bella “areosa”. Disponiamo su un foglio di pellicola i veli di zucchina e mettiamo su di essi la farcia, arrotoliamo così da ottenere il cannolo vegetale.

Disponiamo gli ingredienti in base al nostro estro. Avremo un trionfo di verde in tutte le sue forme,consistenze e sfumature. Mi raccomando, in cucina non ci sono limiti: sbizzarritevi e sperimentate.

Un abbraccio, il vostro Alessandro

Anche il piatto fa la sua scena

Appunto, come ho detto, sbizzarritevi ad impiattare gli elementi in modo diverso.

Alessandro Vellucci

 

Pronti ad impiattare? Sì? Allora iniziamo con una salsa…

Cari lettori sono tornato questa volta senza un piatto o una ricetta, ma con alcune tecniche di impiattamento…Come tutti sappiamo, la cucina contemporanea si basa sopratutto sul mangiare prima con gli “occhi”  e, proprio per questo, oggi vi fornisco qualche idea  su come  impiattare  con una salsa di zucchine. Buona visione e… largo alla fantasia!❤

 

 

 

Alessandro Vellucci

 

Spaghetto asparagi e lonza

Ciao a tutti cari lettori, sono tornato con un’ altra ricettina sempre per rimanere in tema di stagione: oggi, infatti,  vi illustrerò un primo piatto a base di asparagi.


Intanto vi elenco gli ingredienti:

-80g di spaghetti
-1 mazzo di asparagi
-2 fette spesse di lonza
-cipolla rossa
-vino bianco
-sale pepe
Dunque, puliamo gli asparagi e conserviamo le punte, facciamole sbollentare in acqua salata e, appena pronte, fermiamo la cottura in acqua e ghiaccio ( servirà a mantenere il colore verde acceso).
Tagliamo il resto degli asparagi  a cubetti regolari e dividiamoli in due padelle:
in una predisponiamo un filo d’olio, la cipolla rossa tagliata finemente, sale e facciamo rosolare , sfumando con il vino e aggiungendo un po’ di acqua; faremo cuocere il tutto  per 5 minuti (questa sarà la base per il condimento per la pasta).
Nell’altra padella aggiungiamo un filo d’olio ,gli asparagi , dei ritagli di lonza ,sale e pepe e acqua. Bisogna far stracuocere gli asparagi per 30 minuti ,  frullarli, setacciarli per ottenere  una salsa fina e lucida.
A parte rosoliamo, per pochi secondi, dei cubettini di lonza.
Buttiamo la pasta nella pentola di acqua bollente e salata, e cuociamo per 5 minuti, mentre gli  ultimi minuti di cottura della pasta, avverranno  nel fondo di asparagi fatto in precedenza.
Impiattiamo  gli spaghetti, predisponendo la salsa di asparagi alla base, le punte e la lonza croccante.
Il piatto è pronto, e  mi raccomando, utilizziamo sempre ingredienti di stagione e tanta, tanta fantasia. Buon appetito e… aspetto vostre notizie. Ciaooo!!!

Alessandro Vellucci

Calamarata con ragù di polipo e crumble di olive

Cari lettori, bentrovati! Dopo tanto tempo sono tornato…purtroppo l’esame di maturità per me è ormai alle porte!
Oggi vi propongo  una ricettina sfiziosa che definirei “goduriosa”.
La star del piatto è il polipo verace delle nostre zone , con delle succose olive di Gaeta e un tipo di pasta molto versatile,  come la calamarata.
Intanto vi elenco gli ingredienti:
-1 polipo verace
-200g di pasta “calamarata”
-10 olive di gaeta
-le croste del pane raffermo (integrale sarebbe perfetto)
-aglio, rosmarino,prezzemolo,olio e.v.o.


(foto di Alessandro Vellucci)
L’unica difficoltà di questo piatto è il tempo,  a causa della lunga cottura del polpo, ma, alla fine dei conti, per avere dei risultati perfetti bisogna rispettare i vari ingredienti ed esaltarli al meglio.
Procediamo?! VIAA…
Facciamo cuocere il polipo dentro una pentola senza aggiungere acqua..ebbene sì..il polipo fresco cuocera’  nella sua stessa acqua che rilascerà appena inizierà a cuocere, per circa un ora.
Intanto preparariamo un fondo con aglio in camicia , rosmarino, un ‘ alicetta e facciamo infondere l’olio, mettendolo da parte.
Tritiamo le olive nere insieme alle croste del pane raffermo e stendiamo il tutto su una placchetta da forno. Facciamo essiccare per un’ ora a 80°C e, una volta ottenuta questa polvere,  la tritiamo di nuovo per ottenere una sorta di pangrattato alle olive nere.
Appena cotto il polipo, lo puliamo e lo tagliamo a piccoli pezzi.
Riaccendiamo la padella con l’aglio,rosmarino e alici e aggiungiamo il polpo , che faremo rosolare,  una buona passata di pomodoro e  facciamo cuocere per altri 40 minuti, fino a che il composto diventi un ragù.
Mettiamo a bollire la pasta e,  a cottura desiderata,  la scoliamo nel ragù… due tre salti in padella per amalgamare il tutto ed impiattiamo senza badare troppo, stavolta, all’impiattamento (molte volte la mangio direttamente dalla padella facendo alla fine un’ enorme scarpetta). Come tocco finale aggiungiamo prezzemolo e il pangrattato alle olive.
Una ricetta molto semplice,  ma come di rito , gli alimenti devono essere di qualità. Noi abbiamo l’ immensa fortuna di avere il mare a pochi metri dalle nostre case e, quindi, perché non approfittarne?
Grazie mille,  cari lettori, commentate e fatemi sapere.

Ciaoooo!!!

Alessandro Vellucci

 

Una ricetta “ZERO SPRECHI”: sogliola, ceci e asparagi

Carissimi lettori di “EmozionAmici” eccomi  con una nuova ricetta. Oggi vi presenterò  un secondo piatto di pesce che  mi entusiasma molto, poiché racchiude un concetto molto importante in cucina, che vi mostrerò nel corso della ricetta:  “ZERO SPRECHI”…intanto eccovi  la ricetta per 2 persone.
Per questa portata serve:
-1 SOGLIOLA
-1 CUCCHIAIO DI FARINA
-6 ASPARAGI
-100 G DI CECI (anche quelli in barattolo vanno bene)
-SEDANO,CAROTA,CIPOLLA
-RADICCHIO q.b
-TIMO
-OLIO,SALE E PEPE

La ricetta di oggi, sogliola ceci e asparagi, impiattata e pronta per essere servita…

Siamo pronti?…iniziamo!
Per prima cosa perché “ZERO SPRECHI”…perché  userò tutte le parti della sogliola, anche quelle che in genere non vengono usate, di solito, nella preparazione di un piatto.  Invece il fascino della cucina sta proprio  nell’utilizzare al meglio e con rispetto ogni singolo ingrediente.
Come prima cosa puliamo la sogliola: ricaviamo i 4 filetti, arrotoliamoli su se stessi e mettiamoli da parte. La pelle tolta la si squama, la si stende su un foglio di carta da forno e sopra vi posizioniamo un’altra teglia, cosi da mantenere ben stesa la pelle che verrà cotta a 50°C  in un forno ventilato, in modo da ottenere la parte croccante del piatto.

Con la testa e la lisca della sogliola facciamo un brodo insieme agli scarti del sedano, carota e cipolla.
Preriscaldiamo una padella con un filo di olio (rigorosamente extra vergine di oliva) , inseriamo un trito grossolano di sedano, carote e cipolla preparato in precedenza. Facciamo appassire il tutto a fiamma bassa e aggiungiamo i ceci (ben lavati),  il timo e il brodo di sogliola , aggiustiamo di sale e pepe e lasciamo cuocere per 25 minuti circa.
Trascorsi 25 minuti, frulliamo i ceci (prelevando prima il timo) e teniamo la salsa ottenuta in un pentolino pronto per l’uso.
Prendiamo di nuovo  i filetti, saliamoli e arrotoliamoli su se stessi (per far tenere la forma inseriamo uno stecchino), paniamo da entrambi i lati con della farina 00 e scottiamoli in padella  con un  filo di olio , così da creare una bella crosticina!
Facciamo terminare la cottura in forno a 160°C per 6-7 minuti.
A questo  punto prendiamo gli asparagi e mondiamoli (mondare è un termine che troverete spesso nelle ricette e significa pulire un alimento dalle parti non edibili) , facciamo bollire gli asparagi in acqua bollente salata fino a cottura desiderata e condiamoli con un po’  di pepe, olio e timo.
A questo punto siamo pronti per impiattare: posizioniamo la salsa di ceci sul fondo del piatto, aggiungiamo i filetti caldi, (in questo caso 2,) le punte di asparagi , del radicchio condito solamente con olio e sale (per dare una nota amarognola al piatto che ci sta bene) e infine la pelle croccante.
Il piatto è pronto, la difficoltà è medio-facile basta avere un po’ di manualità e tanta passione.
P.S. Vi svelo n trucchetto  per eliminare la pelle più facilmente:  incidete con un coltello la coda e immergetela in acqua calda per 30 secondi , poi con un fazzoletto tiratela verso la testa del pesce.
Grazie a tutti e  alla prossima ricetta, cari lettori di “EmozionAmici”….non ve la perdete mi raccomando!!!!

Alessandro Vellucci

Tonnarelli all’essenza di peperone e ricotta di bufala

Tonnarelli all’ essenza di peperone e ricotta di bufala.

Eccoci qui lettori: benvenuti nella mia rubrica di EmozionAmici dove parleremo di cucina e delle sue numerose sfaccettature.
Oggi vi presento dei tonnarelli all’uovo con peperoni e ricotta di bufala. Come avete notato ci sono soltanto 2 ingredienti principali… ebbene sì , per creare un piatto delizioso è sufficiente avere ingredienti freschi , di stagione e tanta tanta fantasia.

…ecco i nostri tonnarelli all’essenza di peperone e ricotta di bufala…

Questa ricetta è nata per caso, un lunedì sera, quando ero alla ricerca di un piatto fresco e veloce da preparare. E così, frugando nel frigorifero, mi accorsi della presenza di due peperoni (uno rosso e uno giallo) e di una vaschettina di ricotta di bufala e mi chiesi come poterli inserire in un piatto senza renderlo eccessivamente pesante: erano nati i miei tonnarelli all’uovo con peperoni e ricotta di bufala, di cui, intanto, vi do la ricetta per 4 persone:
-360 g di tonnarelli all’uovo fresco
-4 peperoni (2 gialli e 2 rossi)
-1 spicchio di aglio in camicia
-un rametto di rosmarino
-ricottina di bufala (se non la trovate potete prendere tranquillamente quella di mucca , ma il risultato non sarà lo stesso)
-olio e.v.o , sale , pepe
Come vi dicevo prima la ricetta è molto facile e accessibile a tutti, basta seguire qualche trucchetto che vi illustrerò!
Siamo pronti?! Iniziamo!
Riempiamo una casseruola dove far bollire l’acqua per la pasta.
Prepariamoci un tagliere (con un fazzoletto leggermente umido da posizionare sotto di esso per non farlo scivolare), prendiamo i peperoni, priviamoli dei semi e delle parti bianche. Si può togliere anche la pelle del peperone utilizzando un pela patate, Con un coltello tagliamo i peperoni prima a listarelle e poi a cubetti piccoli e… mi raccomando… mettete da parte gli scarti dei peperoni perché ci serviranno!
Buttiamo i tonnarelli nell’acqua bollente salata dove cuoceranno per circa 3 minuti (vi spiegherò poi il perché). Prendiamo ciò che abbiamo scartato dei peperoni e frulliamoli insieme ad un pò di sale, olio e pepe, setacciamo (per evitare qualche semino sfuggito all’occhio) e mettiamo il composto così ottenuto in frigo con lo spicchio di aglio e il rosmarino facendo una sorta di marinatura.
Riscaldiamo, a fiamma vivace, la padella dove verseremo un filo di olio e la cubettata di peperoni fatta in precedenza , aggiungiamo del sale , saltiamo per 3 minuti massimo ( per preservare le vitamine i minerali del peperone) e adagiamo il tutto su un piatto. Nella stessa padella versiamo ora il composto ottenuto dagli scarti dei peperoni , scoliamo i tonnarelli ancora al dente e mettiamo due mestoli di acqua della pasta, in modo da far terminare la cottura della stessa nella padella per far concentrare l’amido presente nella pasta direttamente nella salsa invece che nell’acqua di cottura (questo procedimento si chiama “risottare”). Giunti al grado di cottura desiderato, si aggiunge la cubettata saltata e un filo di olio a crudo. Impiattate al meglio delle vostre capacità…perché anche l’occhio vuole la sua parte!
Come vedete dalla foto, sui tonnarelli ho aggiunto una “quenelle” di ricotta di bufala per attenuare il sapore deciso dei peperoni e non renderlo monotono al palato.
Questa è la prova che la cucina non ha limiti e regole: ognuno è libero di creare ciò che vuole, come un pittore fa con la sua tela.
Ribadisco il concetto che il termine “costoso” non sempre è sinonimo di “buono”.
Ricordatevi ingredienti freschi , di stagione e già il piatto parlerà da sé.
Alla prossima ricetta cari lettori!
Alessandro Vellucci

Vi presento Alessandro Vellucci, curatore della rubrica di cucina per “EmozionAmici”

Oggi vi presento uno dei collaboratori del mio giornale on line, “EmozionAmici”: il giovane Alessandro Vellucci, classe 1999.

Alessandro Vellucci a bordo della nave “MSC Meraviglia” dove ha partecipato a “Masterchef at Sea”

Studente promettente, decide, dopo la Licenza di Scuola Secondaria di Primo Grado, di coltivare la sua passione: la cucina.

Si iscrive, così, all’I.P.S.S.A.R. “Ugo Tognazzi” e, successivamente, si trasferisce all’Istituto Alberghiero   “Marco Gavio Apicio” di Anzio, dove ha modo di imparare, prima, e di affinare, poi, la sua arte.

Chiedo ad Alessandro di presentarsi: “Sono energico, dotato di creatività, nutro passione per il cibo in tutte le sue forme, dalla preparazione all’impiattamento. Le cucine intense e frenetiche non mi intimidiscono, anzi, è proprio in quei contesti che riesco a dare il meglio di me.”

Ormai prossimo alla Maturità,  vanta esperienze professionali di tutto rispetto: nel 2016 è Aiuto Cuoco presso “Guidoristorante” (1 Stella Michelin),  ad Alba (Cuneo),  nel 2017 è  al Ristorante “Dar Marinaro”, ad Anzio, poi in due locali  “Il Convivio Troiani” e il “Tordomatto”, entrambi a Roma con 1 Stella Michelin.  Nel corso di queste esperienze presso ristoranti così prestigiosi, Alessandro avrà modo di imparare, come lui stesso dichiara: ”Tecniche innovative all’avanguardia della nuova cucina gourmet, le basi della pasticceria,  ma anche le tradizioni della cucina di mare, tipica delle nostre zone”.

La “variazione di cheesecake” dall’estro di Alessandro Vellucci che ne parlerà nella sua rubrica di cucina

Molti le competizioni alle quali ha partecipato, tra queste: l’ 8° concorso gastronomico “ La cucina regionale rivisitata in chiave moderna”, le preselezioni per il 1° campionato tra gli istituti alberghieri del Lazio 2017-2018, dove si è classificato 1°, “Masterchef at sea”,   sulla nave “MSG Meraviglia”. Molte anche le partecipazioni ad eventi che si sono svolti nel nostro territorio, tra questi spicca lo stand gastronomico anni ’40, in occasione dello Sbarco Alleato del 22 gennaio scorso.

Alessandro Vellucci nel suo “regno”: la cucina

 

La collaborazione con il mio giornale “EmozionAmici” lo vedrà protagonista in cucina, con le sue ricette, ma anche dispensatore di consigli per piatti veloci o della cosiddetta “cucina povera”.

…ancora al lavoro in cucina…

Dalla prossima settimana partirà la sua rubrica che, spero, incontrerà il vostro favore.

Fiera di lui, fiera di un giovane talentuoso, appassionato del suo lavoro e che, ne sono certa, arricchirà le pagine di questo nostro giornale on line.

 

Alessandra Fiorilli