Quale privilegio essere tua nipote!
Vedi, nonno, non parlo di me al passato quando dico di essere tua nipote perché io lo sarò sempre, perché io ti ho conosciuto, ho vissuto con te, ti ho parlato, ammirando le tue pagliuzze d’oro negli occhi, ho goduto del tuo portamento mentre ti allontanavi di casa uscendo con la nonna, mi sono cullata sulla tua voce, ho avuto tutto questo e la tua assenza fisica non ha cancellato i ricordi, né tanto meno il legame di parentela e d’amore che ci unisce ancora, nonostante tu non ci sia più.
Sono ancora la tua “bella bambina”, nonno, una bambina la cui vita è stata scandita dal susseguirsi di quelle stagioni che non erano solo mesi sui calendari, ma vita da vivere, manifestazioni della natura che prendevano corpo lì, fuori le finestre della nostra casa, nel nostro giardino, nella tua campagna. Avremmo potuto capire quale fosse il periodo dell’anno, solo se ci fossimo fermati ad osservare il trasformarsi delle chiome degli alberi, le foglie del cachi diventare rosse e poi cadere, quelle del nocciolo seccarsi e volare via alla prima folata di vento, il nostro susino che si spogliava della sua chioma rotonda e verdissima e aspettava, con i rami scheletriti, che il sole della primavera venisse a regalargli quelle gemme che si sarebbero trasformate in fiori candidi.
Sono passasti così, troppo velocemente, gli autunni con i nostri alberi spogli, gli inverni con il vento che faceva ondeggiare le chiome dei pini, le primavere con i fiori colorati ed i bulbi che regalavano colori, le estati con i nostri frutti. È passata la tua vita ma ha lasciato tanto dietro di sé. Ha lasciato il ricordo di ottobre, mese nel quale sei nato, quello di dicembre e dei nostri festosi Natali trascorsi in famiglia, quelli di aprile, dei nostri lavori in giardino, ha lasciato ovunque un suono, un sapore.