Hai ragione tu, io sono malmesso e non bello e perfetto come lo sei tu, ma ho tanti ricordi, ricordi di momenti di unione, di amicizia, di aggregazione.
Io nasco dalla volontà di un gruppo di bambini di divertirsi, nelle lunghe giornate estive, con poco. E allora ecco che il figlio della signora Mila disse ai suoi amici che era arrivato il momento anche per loro, di diventare degli inventori.
Pensarono di costruire un monopattino, e il materiale necessario l’avrebbero chiesto un po’ al falegname, un po’ al meccanico.
Qualche pezzo di legno, tre cuscinetti e voilà: ecco il monopattino pronto a sfrecciare per la discesa che dalla vallata porta giù al paese. Quanta gioia nei loro occhi e quanta soddisfazione nel vedere la loro opera completata con tanto ingegno e maestria!
Facevano a gara a scendere giù e si cronometravano a vicenda.
L’estate, quell’anno passò in fretta, anche grazie a me.
Poi, un giorno si accorsero che erano cresciuti un po’ troppo e con grande dispiacere mio e loro, finii nella cantina della signora Mila.
Quando sono triste, penso alla gioia che sono riuscito a regalare e mi torna il sorriso.
Ecco, ora puoi pure parlare”, disse il vecchio monopattino al nuovo mente si stava asciugando qualche lacrima.
Ma il nuovo monopattino stranamente non replicò nulla, si limitò solo ad abbracciarlo.
Poi si scusò per il suo atteggiamento pieno di boria e mettendosi in un angoletto gli chiese se poteva raccontargli qualche storia, proprio come fanno i nonni con i nipoti.
Ma soprattutto gli chiese di trasmettergli un po’ di quell’amore che ancora serbava dentro di sé, quando ricordava quei giorni d’estate trascorsi insieme ai ragazzi del paese.