Alla nonna piaceva molto lavorare con quest’aggeggio ed io adoravo stare lì, in silenzio, a vederla cucire, mentre lei, con gli occhiali sul naso, si lasciava andare al dolce suono che il pedale regalava quando era all’opera.
Un giorno di qualche anno fa, mio padre si presentò a casa con una grande scatola tutto infiocchettata e disse alla nonna queste parole:
“Mamma, è ora di essere al passo con i tempi”, poi non aggiunse altro e si limitò a porgere alla nonna il regalo.
Lei lo aprì, con la sua solita flemma, e quando vide cos’era, rimase senza parole.
Ma non tanto per la gioia, quanto per il fatto che non riusciva a dire a papà che a lei piaceva sì cucire ma con la sua fedele macchina, quella con il pedale, quella che sapeva far risuonare quel singolare ritmo in tutta la sala.
Che cosa sarebbe stato mai usare questa nuovissima macchina da cucire con la scocca di un bianco opaco, piena zeppa di bottoncini che bastava premerli e poter far tutto?
La nonna si limitò a ringraziarlo ma papà vide che non era molta la gioia stampata sul suo volto.
“Credevo di farti una cosa gradita, mamma” disse il papà un po’ deluso dalla mancanza di entusiasmo della nonna.
“Ti ringrazio di cuore per il pensiero ma lei…beh lei è un’altra cosa…” rispose la nonna mentre gettò un’occhiata piena di affetto alla sua fedele macchina per cucire custodita in quel mobile in radica.