La Pasqua in Sicilia: a Ragusa arrivano in tavola le Cassatedde e la Scaccia

 

Senza passato, il futuro è una nebulosa dai contorni sfocati. Senza tradizioni, chi ci ha preceduto nel percorso della vita terrena, scompare nel susseguirsi di giorni privi, ormai, di radici.

E’ per questo che, quando nel corso delle mie interviste, antichi usi e consuetudini, ma anche gesti carichi di una profonda valenza, non solo emergono, ma assumono fattezze di una quotidianità ancora semplice, sono lieta di parlarne.

E’ quello che accade ancora in Sicilia, ad Ispica, in provincia di Ragusa, dove vive la signora Giusy, la quale, insieme alla sua famiglia d’origine e alla sue figlie, onora la Pasqua di Resurrezione preparando rigorosamente in casa, due tipici piatti di questa Festività che accompagna l’inizio della Primavera: le “Cassatedde Ragusane”, o cassatine di ricotta, e la Scaccia.

Le Cassatine di ricotta appena sfornate dalla Signora Giusy

“Le cassatine di ricotta, da noi conosciute con il loro nome tipico di Cassatedde  ragusane– racconta Giusynascono proprio da un’antica tradizione pasquale, anche se oggi possiamo trovarle in ogni periodo dell’anno. Questi dolci noi li prepariamo tra il Giovedì e il Sabato Santo e li portiamo in tavola sia il giorno di Pasqua che quello di Pasquetta. La preparazione è semplice: la pasta viene divisa in panetti che vengono stesi e dai quali si ricavano, con un coppapasta, dei cerchi i cui margini vengono rialzati. All’interno si versa un ripieno a base di ricotta, uova, zucchero, cannella e gocce di cioccolato.   Una volta sfornate, sono una delizia per gli occhi e per il palato”.

Particolare delle famose “Cassatedde Ragusane”

Ciascuna  provincia siciliana ha le proprie Cassatedde: “E se a Ragusa si preparano come dei piccoli cestini di pasta  ripieni di ricotta, a Trapani e a Palermo differiscono per forma e per ripieno. Qui in Sicilia ci sono forti tradizioni locali strettamente legate alla provincia di appartenenza”.

Mentre le “Cassetedde” sono tra i dolci più consumati e graditi, lo scettro del rustico pasquale spetta alla Scaccia ragusana.

La Scaccia preparata dalla Signora  Giusy

La scaccia era rigorosamente preparata in casa, dove, chi aveva la fortuna di possedere un forno a pietra, lo metteva a disposizione anche delle altre famiglie. L’uso del forno serviva durante l’anno anche per  il pane, elemento principe di un’alimentazione comunque povera e legata soprattutto alla terra. Oggi i  tradizionali forni a pietra li si trovano soprattutto nelle case di campagne, ma non pochi, compresa la mia famiglia, continuano la tradizione-racconta Giusy, la quale aggiunge- “La scaccia ragusana è sinonimo di casa, di quando un tempo, prima delle festività, ci si riuniva tra famiglie e se ne preparavano in grande quantità, anche perché sarebbero state le protagoniste della Pasquetta: la Scaccia come torta rustica, le cassatine di ricotta  come dolce e davvero non avevi bisogno più di nulla per la scampagnata del Lunedì in Albis”.

…di nuovo la tipica Scaccia…

La tradizionale Scaccia ragusana è una sorta di pizza-pane preparata con farina di semola di grano duro, lievito di birra e sale. Impastato il tutto e una volta fatta crescere, la si lavora nuovamente aggiungendo dell’olio extra vergine di oliva, la si divide  in tanti panetti che vengono spianati. Poi si comincia a preparare il ripieno: la ricetta vuole che ci sia, al suo interno,  la ricotta, le cipolline, l’uomo sbattuto e il formaggio. Il composto viene poi messo nella sfoglia di pasta e arrotolato sui bordi. Dopo aver passato sulla superficie un po’ d’olio, sono pronte per essere infornate per circa mezz’ora.

…e un suo particolare…

E se anche la Scaccia, così come le cassatine di ricotta,  sempre più di frequente la si prepara e la si trova durante tutto l’anno, quando la si mangia insieme alla propria famiglia, riunita  in occasione della Pasqua, allora sì che ha tutto un altro sapore…

Alessandra Fiorilli