Una definizione, quella della Fibromialgia, che da sola riesce a circoscrivere non solo il quadro clinico di chi è affetto da tale patologia invalidante, ma anche tutti gli effetti prodotti dalla FBM nella sfera psichica del paziente: “Condizione cronica non infiammatoria caratterizzata da dolorabilità diffusa, rigidità o dolore muscolare o articolare, dove ad esser colpiti sono i muscoli, i tendini e non le articolazioni” come ci dice il Professor Umberto Tirelli, Oncologo e Senior Visiting Scientist presso l’Istituto Nazionale Tumori di Aviano (PN) nonché Direttore Centro Tumori, Stanchezza cronica e Ossigeno Ozono Terapia della Clinica TIRELLI MEDICAL Group, con sede a Pordenone.
Procediamo con ordine: “Oltre alla condizione cronica suddetta, altri sintomi della Fibromialgia sono la stanchezza, la spossatezza, i disturbi di concentrazione e di memoria, le parestesie, ai quali vanno ad aggiungersi quelli di tipo psichiatrico (ansia, depressione ed attacchi di panico), dispepsia, colon irritabile e, nelle donne, vaginismo e dismenorrea”.
L’American College of Rheumatology aveva, nel 1990, legato la diagnosi di Fibromialgia a due condizioni particolari: un dolore diffuso simmetrico che durava da almeno tre mesi e la dolorabilità alla digitopressione di almeno 11 dei 18 tender point, anche se :” Di recente lo stesso American College ha scelto di eliminare la valutazione sui tender point preferendo quella dei sintomi disfunzionali che comunque non sono propri solo del quadro della fibromialgia, ma comuni anche ad altre sindromi disfunzionali come la quella da stanchezza cronica”.
Il dolore diffuso, la rigidità e il dolore muscolare o articolare, protratto nel tempo:” Fa sì che il soggetto affetto da Fibromialgia riscontra una inabilità a svolgere anche le più comuni attività quotidiane e, anche laddove queste vengano compiute, il recupero delle forze può richiedere un tempo imprecisato”.
I 2/3 dei pazienti affetti da Fibromialgia, alla domanda su cosa avvertono sul proprio corpo, rispondono: “Un dolore ovunque, dalla testa ai piedi. E non si tratta di un dolore qualunque, ma con specifiche caratteristiche: scottante, bruciante, vibrante, battente, martellante, profondo, tagliente, frequentemente viene riferita la sensazione di “ammaccatura”, o “corpo battuto”.
L’intensità del dolore non sempre è la stessa, infatti ci sono situazioni che lo fanno aggravare, rendendolo ancora più insopportabile: “L’ansia e lo stress hanno un ruolo determinante nel peggioramento del quadro clinico, così come anche l’umidità il freddo, il sovraccarico ma anche l’inattività”.
La qualità del sonno peggiora moltissimo: “Tipico della Fibromialgia è la cosiddetta fatica al risveglio, causata da un sonno non ristoratore perché disturbato dal dolore. Dobbiamo dire che la fatica, piuttosto comune nella Fibromialgia, e che è presente nei pazienti con una percentuale che varia dal 75% al 90%, la si avverte soprattutto al mattino. Non a caso i pazienti si svegliano sentendosi già stanchi o più stanchi di quando sono andati a letto.”.
La Fibromialgia non colpisce in egual misura i due sessi “Il rapporto donne –uomini è di 8:1”.
Ancora sconosciute le cause scatenanti della fibromialgia: “Potrebbe esserci lo stress, l’ansia, il sovraccarico di lavoro ma si è affacciata anche l’ipotesi di una ipersensibilità del cervello al dolore. Eppure, a tutt’oggi, la medicina non può indicare ancora una causa scatenante. Potrebbe trattarsi anche di una causa di tipo immunologico, forse legata ad un fatto infettivo che potrebbe essere scatenato persino da una situazione stressante”.
Ma come si giunge ad una diagnosi di Fibromialgia? “Trascorsi 6 mesi dalla prima manifestazione di questo dolore invalidante ed entro 1 anno dall’insorgenza dello stesso, il medico, dopo aver escluso qualsiasi patologia legata ai muscoli e ai tendini, giungerà ad una diagnosi di Fibromialgia. E’ da evidenziare come ci possa esser una sovrapposizione con la sindrome da fatica cronica (CFS), dove la spossatezza prevale sul dolore, che è invece prevalente nella Fibromialgia. E’ stato stimato che il 20/ 70% dei pazienti con Fibromialgia soddisfi anche i criteri per la CFS e viceversa, il 35%-70% dei pazienti con CFS presenti anche una FBM concomitante. Rispetto ai pazienti affetti solo da Fibromialgia, quel che soddisfacevano i criteri per entrambe le sindromi erano sottoposti ad un peggior decorso della malattia, una peggiore salute generale, un maggior numero di sintomi diversi tipici della CFS ed un maggiore impatto sulla qualità della vita. Di fronte a ciò alcuni ricercatori hanno evidenziato come queste due condizioni debbano essere considerate come differenti manifestazioni degli stessi processi biomedici e psicosociali”.
Cosa può fare il paziente di fronte ad una diagnosi di fibromialgia? “I trattamenti usati fino ad ora, ascrivibili alla sfera degli antidolorifici o degli ansiolitici o degli antidepressivi, non hanno prodotto grandi benefici. Da 2 anni, presso il nostro Centro di Pordenone, applichiamo l’Ossigeno Ozono Terapia sui pazienti affetti da Fibromialgia, con un miglioramento sul 70% dei pazienti trattati e con una pubblicazione su una rivista indicizzata. C’è da dire che l’Ossigeno Ozono Terapia è un antinfiammatorio, antidolorifico, energetico, usato anche per alleviare la fatica oncologica, perché purtroppo la chemioterapia, l’ormonoterapia, l’immunoterapia, la radioterapia, come effetti collaterali, hanno spesso anche quella di causare stanchezza”.
L’Ossigeno Ozono Terapia, con le sue proprietà antinfiammatorie ed analgesiche, prevede l’introduzione di una miscela di ossigeno e ozono nell’organismo del paziente: “Per autoemotrasfusione e per insufflazione rettale, due volte a settimana per un mese e poi due volte al mese come terapia di mantenimento, secondo i protocolli della SIOOT (Società Italiana Ossigeno Ozono Terapia). Abbiamo registrato un incremento significativo della riduzione della sintomatologia nel 70% dei pazienti trattati, nessuno dei quali ha riportato effetti collaterali: questo a dimostrazione di come l’Ossigeno Ozono Terapia rappresenti un efficace trattamento per la Fibromialgia”
Alessandra Fiorilli