Cara Venezia,
città osannata e amata, celebrata da grandi scrittori e immortalata da eccelsi pittori.
Sai…mi sembra di conoscerti da sempre, sarà per quelle foto in bianco e nero dei miei nonni in Piazza San Marco con i piccioni, che ho consumato a forza di vedere.
Perché anni fa ogni viaggio di nozze che si rispettasse non poteva non contemplarti.
E tu sembravi aspettare queste coppie di giovani sposi, estasiati dalla tua bellezza che cominciavano a pregustare già dall’uscita della stazione ferroviaria di Santa Lucia.
Il giro in gondola era più costoso del traghetto, ma per la luna di miele si poteva fare questo ed altro.
E pensare che sei nata quasi per caso, perché, nonostante i primi insediamenti risalgano al periodo pre-romano, il grande sviluppo lo conoscesti nel V secolo, quando le popolazioni della terraferma, per paura delle invasioni barbariche degli Unni, pensarono bene di lasciare le loro case e di stabilirsi in laguna, dove tu le accogliesti con amore.
La storia ti ha fatto conoscere periodi di grande splendore, come l’epoca della Repubblica Marinara, ma anche la delusione del Trattato di Campoformio, con il quale la Francia ti cedette all’Austria.
Snodo principale e nevralgico per il commercio con l’Est, dopo la scoperta dell’America la tua importanza cominciò a declinare, ma eri sempre tu, splendida ed unica al mondo.
E non c’è turista straniero che non ti abbini, nel suo tour italiano, a Roma e Firenze, tre città-simbolo della nostra penisola.
Hai ammaliato e continuerai ad ammaliare milioni di persone, che si perdono nella maestosità di Piazza San Marco dove svetta la Basilica, con all’interno gli splendidi mosaici che ripercorrono la tua storia, il Palazzo Ducale con la facciata in marmi d’Istria, e il campanile che un tempo serviva come faro per i naviganti.
E tu faro lo sei ancora, per la straordinaria bellezza e l’atmosfera magica, quasi surreale.
E un po’, quando ti veniamo e trovare, ci sentiamo come il grande scrittore Wolfgang Goethe il quale, nel suo libro “Viaggio in Italia”, scrisse a proposito di te: ” E Venezia, grazie a Dio, non è più per me una parola vana, un nome vuoto, il quale mi ha tormentato le tante volte col suo suono fatale”.
Grazie Venezia, grazie per le emozioni che sai regalare al mondo intero.
Alessandra Fiorilli